Nell’ultimo turno la Juventus è tornata a vincere nel Derby contro il Torino. Ospite di Pressing Lunedì su Italia 1, Giovanni Cobolli Gigli ha parlato dell’effetto delle parole di Andrea Agnelli dopo Haifa: “Secondo me poteva farlo prima. Se Agnelli quattro mesi avesse detto le cose che ha detto adesso, forse lo spogliatoio sarebbe stato più unito. Adesso lo celebriamo, e anche io sono assolutamente d’accordo con le sue parole, ma lo spogliatoio negli ultimi tempi era sicuramente in fermento e diviso. E forse, parlando da tifoso, qualche dirigente non era molto favorevole ad Allegri. Era lì che Agnelli doveva intervenire e fare chiarezza. Ora, per carità, abbiamo vinto con il Torino e vedremo con l’Empoli”.
Su un eventuale esonero di Allegri: “No, il presidente doveva solo dire le cose che ha detto qualche giorno fa, qualche mese fa. E doveva togliere tutta una serie di alibi tra i giocatori che forse pensavano che l’allenatore sarebbe stato mandato via. E anche tra qualche dirigente. Agnelli non è un presidente qualsiasi, è uno dei padroni della Juventus e quindi aveva tutta la possibilità di intervenire prima”.
Il ricordo della sua gestione: “Lo spogliatoio in quegli anni, tra il 2006 e il 2009, era un’altra cosa. C’erano dei giocatori come Buffon, Del Piero e Nedved che si sono sacrificati in Serie B e hanno tirato fuori la grinta, quella che manca alla Juve di quest’anno. Hanno tirato fuori la grinta e loro più Deschamps, che era un grande allenatore, hanno riportato la Juve in Serie A. Giocatori più mister, non i dirigenti. La situazione era molto diversa da questa”.
Su Arrivabene: “Non è un comunicatore, non è all’altezza di comunicare. Comunicare è una cosa e fare il dirigente è un’altra cosa. È un gestore di costi, deve gestire la struttura economica di una società che perde 254 milioni di euro. Il Presidente ha in mano le redini della Juventus e dev’essere lui la persona che si espone comunicando. Ha il nome della famiglia Agnelli e ha l’investitura del padrone della Juventus che è John Elkann“.