TORINO- In Junior Report, il classico appuntamento tra i piccoli tifosi juventini e un calciatore bianconero, Federico Chiesa ha parlato del suo attuale periodo in bianconero, affrontando poi anche alcune domande sugli inizi della sua carriera nel mondo del calcio:
SUL DIFENSORE PIU’ FORTE AFFRONTATO- “Il più forte che ho incontrato in carriera sono Chiellini, De Ligt e Bonucci, dovresti venire un giorno a vedere un allenamento. Loro sono i difensori più forti e più difficili da superare”.
SUI RICORDI DI BAMBINO- “Il ricordo più bello è la prima volta che ho vinto un trofeo. Era il “Trofeo Galli” che ho vinto a Firenze e giocavo nelle giovanili della Fiorentina. E’ un bel ricordo, è il mio primo trofeo importante. Poi c’è anche la prima volta che ho messo piede in una scuola-calcio. Purtroppo sono stato iscritto un anno più tardi dai miei genitori, ho iniziato a 6 anni e lo aspettavo da tempo. Volevo giocare, allenarmi con i miei compagni e la prima volta che ho indossato la divisa della Settignanese è stato bellissimo”.
SULL’ASSIST PIU’ BELLO NELLA JUVE- “Direi quello che deve arrivare, ma il migliore per ora è secondo me quello a Morata a Crotone”.
SUL DIVERTIMENTO- “Mi diverte tutto, il calcio è una passione da quando ho messo piede in un campo per la prima volta. La cosa che mi piace meno sono i social media, il calcio visto così. Questo mondo del calcio in questa versione non mi piace”.
SUL PAPA’- “Mio padre era molto forte, ma non ho preso nulla da lui. Giochiamo in due ruoli diversi, abbiamo avuto percorsi diversi. Lui ha giocato da attaccante puro, io sono un giocatore di fascia”.
SULLA DOPPIETTA AL MILAN- “Mi sono sentito bene ovviamente. Ero molto felice, eravamo tutti contenti. Era una partita fondamentale ed ero felice che i miei due gol fossero serviti per centrare l’obiettivo. Era una partita scudetto e questo mi ha reso felice di più”.
SUL FANTACALCIO- “Purtroppo non lo faccio, non mi piace molto ma in tanti mi chiedono di portare bonus, fare gol e assist…”.
SUL TIRO- “Per averlo potente serve non tanto andare in palestra ma tanta coordinazione, il movimento. Mi ricordo che da piccolo mi dicevano che dovevo crescere, ma col passare del tempo ho scoperto che la coordinazione e il fatto di tirare in maniera diversa migliora molto il tiro. Serve migliorare il gesto”.
SULL’ALIMENTAZIONE- “E’ importante averne una sana per giocare a certi livelli, ma la tortina al cioccolato, il gelato o la cheesecake ogni tanto li mangio. Non me le faccio mancare”.
SULLE ALTRE PASSIONI- “I videogiochi, ma mi piace anche leggere. Ho una passione per la scienza”.
SUL LAVORO CHE AVREBBE FATTO- “Mi piace la scienza, l’universo e se non avessi fatto il calciatore avrei fatto lo scienziato. Non so con quali risultati, ma certi argomenti mi hanno sempre appassionato. Da piccolo a scuola mi piaceva solo matematica. Però giocando a calcio ho messo da parte questa passione, diventare un calciatore era il mio primo obiettivo”.
SULL’APPOGGIO DEI GENITORI- “Mi hanno sempre appoggiato. Mio padre nella parte sportiva e mia mamma nella parte scolastica. Mi hanno sempre sostenuto in tutto, hanno sempre pensato che avendo un’ottima educazione si sarebbe trasmesso con tanti valori anche nello sport. Mi hanno sempre detto che prima veniva la scuola, poi crescendo le cose si sono bilanciate”.
SULLA SCUOLA- “Mi interessava solo la scienza. Ero pigro ma quando c’era da studiare lo facevo. Poi certe cose ti aiutano in tutto. Se faccio bene nel calcio devo fare bene anche nella scuola. Si tratta di avere i giusti valori per crescere con sani principi”.
SUL PRIMO GOL BIANCONERO- “Ero molto felice e spero di averne provocata nei tifosi. Poi ho segnato di testa che è raro”.
SUL TIFO DA BAMBINO- “Non ho mai tifato una squadra particolare, ero piccolo per tifare le squadre di mio papà. Però ricordo che mi piaceva Kakà e seguivo il Milan, poi Del Piero e Buffon e seguivo la Juve“.
SU RONALDO- “Cristiano è il più forte di tutti. L’ho sempre ammirato, è sempre stato un simbolo. E’ forte anche fuori dal campo, è un campione in tutto. Secondo me è il più grande di tutti i tempi, uno che fa 700 e passa gol non puoi considerarlo in altro modo”.
SUL PRIMO ALLENAMENTO CON LA JUVE- “Ero emozionato. Qui sono tutti forti, sono campioni”.
SUI VIDEOGIOCHI- “Ci gioco, mi piace “Call of Duty”, mi piacciono i giochi di calcio…Da quando ho iniziato a giocarci mi sono sempre piaciuti”.
SUL PRIMO IDOLO- “Il mio primo idolo è stato Kakà”.
SULLA JUVE- “E’ fantastico, un sogno che si avvera. Quando mi hanno chiamato ho detto subito di si, non ci ho pensato due volte. E’ fantastico essere qui”.
CONSIGLI- “Servono umiltà e sacrificio, sono i due valori più importanti. Sembra scontato, ma serve solo questo, il resto viene dopo. Con questi valori puoi conquistare tutto quello che vuoi dalla vita”.
SULLA PARTITA PIU’ BELLA- “La migliore fino ad ora è stata quella contro il Milan. Era una gara importante, ho fatto due gol aiutando tanto la squadra”.
SUL NUMERO 22- “Non ci sono motivi particolari. Ad inizio stagione c’erano il 18, il 20, il 22 ma non c’era il 25 perchè è di Rabiot. Avrei continuato con il 25, tra i numeri che sono rimasti ho preso il 22 perchè mi piaceva di più”.
SULLA SUPERCOPPA- “E’ il raggiungimento di un obiettivo. Si lavora duro, ci si sacrifica e quando questo si trasforma nell’alzare una coppa l’emozione è doppia. Poi era la mia prima in assoluto e quindi ero felicissimo”.