Giorgio Chiellini, difensore della Juventus e della Nazionale italiana, ha rilasciato delle dichiarazioni a SportWeek, parlando della sua carriera con gli azzurri. Ecco le sue parole: “Sì, con il Mondiale avrei continuato perché volevo provare a cambiare la mia storia con il torneo iridato, che non è mai stata felice. Ci ho provato con tutto me stesso, ma non ci sono riuscito. Nel 2010 siamo usciti in malo modo in un girone più che abbordabile, nel 2014 eravamo partiti alla grande ma ci siamo complicati la vita perdendo il posto da testa di serie perché poi abbiamo giocato in condizioni davvero proibitive, con viaggi, orari e caldo folli. Nel 2018 non ci siamo nemmeno qualificati e io avevo questo grande rammarico. Pensi che se ci fossimo qualificati per la Russia avrei lasciato la Nazionale dopo quel Mondiale. E probabilmente avrei fatto male, perché poi ho avuto i miei anni migliori”.
Sulla Nazionale: “E’ l’aspirazione massima di ogni bambino. E’ l’unica che unisce tutto il Paese e per questo ha un valore emozionale che va ogni oltre club. Ho avuto la fortuna di fare tutte le Nazionali giovanili, dall’Under 15 in poi. Abito a Coverciano dal lontano 1999 e ho vissuto tutte le maglie azzurre con grandissimo orgoglio. Ho affrontato giocatori che poi hanno fatto la storia, come Tevez e Mascherano. Ricordo un torneo Under 17 in cui siamo usciti contro la Spagna di Torres e Iniesta. Non potevo immaginare che li avrei incontrati per 20 anni di carriera. La mia rivalità storica non è con un giocatore, ma con una squadra: i giocatori di Barcellona e Real Madrid sono stati quelli che mi hanno fatto più penare. Ho perso spesso, però ho vinto anche partite che hanno compensato tutto il resto”.
Sul rapporto con Lippi: “Poi arrivò il giorno dell’esordio in Nazionale maggiore: 17 novembre 2004. Il 17 è il giorno del compleanno di mia moglie, non potrà mai portarmi sfortuna. Contro la Finlandia entrai a fine primo tempo al posto di Parisi, ero acerbo e sbagliavo ancora molto, ma avevo tanta voglia di fare, forse troppa. A marzo 2005 feci la prima partita da titolare in una gara di qualificazione contro la Scozia, non male per un ragazzo di nemmeno 21 anni. Dopo la prima stagione in A avevo cinque presenze in Nazionale: una grande soddisfazione. Lippi fu il primo a lanciarmi, non era ossessionato dalla tattica, ma proponeva un calcio moderno”.