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Il capitano della Nazionale Giorgio Chiellini ha parlato intervistato dai microfoni di Uefa.com.
Cosa ti viene in mente quando pensi alla finale?
“E’ un sogno che abbiamo coltivato in questi anni, che portiamo avanti da tre anni e che il mister ci ha inculcato nella testa fino a farlo diventare realtà. Paradossalmente forse anche noi all’inizio lo prendevamo quasi per matto quando ci diceva di metterci in testa che dovevamo vincere l’Europeo. Invece ha costruito in questi anni una squadra che è riuscita ad arrivare in finale. Un centimetro alla volta e adesso manca l’ultimo di centimetro”.
Ti aspettavi di sfidare l’Inghilterra?
“Onestamente nelle previsioni post girone pensavo di incontrare la Francia al posto della Spagna, perché la vedevo come grande favorita di questo Europeo con qualità ed esperienza internazionale. Secondo me era un gradino sopra le altre. Io avevo previsto un percorso con Belgio, Francia e Inghilterra. Avevo considerato subito l’Inghilterra come una seria candidata per il titolo perché ha qualità, fisicità e l’ho subito trovata una squadra solida e organizzata. Magari non risalta agli occhi. Ha giocato partite ordinate, non scintillanti come altre squadre. E’ una squadra concreta e forte. Sta portando avanti un percorso importante, non dimentichiamoci che che al Mondiale sono usciti in semifinale per episodi e potevano tranquillamente arrivare fino in fondo. Sicuramente era prevedibile trovarla qui in finale. Ha giocato sei partite su sette in casa. Tutti dettagli che ti fanno capire quanto l’Inghilterra sia sempre stata una candidata importante per la vittoria”.
Nella fase a eliminazione diretta tutte battaglie…
“Sono state tutte partite impegnative per diversi motivi. Paradossalmente contro il Belgio è stata una prova tosta perché ha attaccanti fortissimi, ma siamo stati più bravi a gestire il gioco noi. Abbiamo sofferto gli ultimi 15 minuti quando hanno messo tanti attaccanti e ci hanno creato qualche grattacapo, ma nella partita ci sono stati più momenti per rifiatare per noi difensori perché la squadra aveva il controllo del gioco. La squadra che ci ha messo più in difficoltà, credo sia evidente, è stata la Spagna. Oltre al classico palleggio in cui sono maestri, la differenza rispetto a tutte le altre gare che ho fatto contro la Spagna è stata la pressione che sono riusciti a dare per 120 minuti. Solitamente le squadre calano l’intensità nella metà campo avversaria nel secondo tempo. Loro sono riusciti a tenerla per tanti minuti e noi difensori abbiamo avuto poco tempo per rifiatare e ci è mancata un po’ di lucidità di conseguenza. L’abbiamo portata fino alla fine con il cuore, con tanta unità da parte di tutto il gruppo e l’umiltà di capire che avevamo trovato un avversario che ci era superiore in quello che volevamo fare noi: dominare il gioco. Purtroppo non tutte le cose vanno come speri o hai provato in allenamento. Ci sono anche gli avversari che bisogna rispettare sempre e abbiamo dovuto cambiare strategia durante la partita”.
Non riuscivate a impostare da dietro come fate di solito.
“Con grande onestà pensavo di finire con un possesso palla leggermente inferiore alla Spagna perché loro sono maestri in quello da generazioni. Non pensavo così tanta difficoltà e tanta supremazia da parte loro nel possesso. Per fortuna abbiamo trovato quelle caratteristiche che ci hanno permesso di andare avanti e di creare occasioni. A parte qualche pericolo negli ultimi minuti dei tempi regolamentari quando non riuscivamo a recuperare, per il resto abbiamo creato forse più occasioni noi. E’ la prima volta in questi tre anni che troviamo una squadra che ci ha messo così in difficoltà. Paradossalmente ci servirà per il futuro. Speriamo non adesso e di soffrire meno con l’Inghilterra”.