La Giustizia Sportiva è finita recentemente nell’occhio del ciclone in occasione del processo relativo al caso plusvalenze che ha coinvolto la Juventus. Indipendentemente dall’esito della sentenza, a fare discutere sono stati tempi e modi con il quale essa ha agito. Nel piano sportivo, la squadra bianconera si è vista in tre occasione sottrarre, aggiungere e togliere nuovamente punti conquistati sul campo. Con l’effetto e la sensazione di influenzare l’andamento del campionato. Ecco perché, anche da parte dei vertici del calcio si sarebbe lanciata la proposta di una prossima modifica della giustizia. Sul tema è intervenuto il giornalista Luigi Chiarello, che ha espresso la sua opinione sul suo canale Twitter.
Il giornalista concorderebbe con l’idea di una modifica del protocollo della Giustizia Sportiva, ma non al fine di rendere questa più celere. Ecco cosa ha detto: “Leggo colleghi sostenere che la giustizia sportiva va riformata. Per renderla più celere. Sbagliato! E’ proprio l‘ansia di velocità il problema. Perché la velocità trasforma la giustizia in gogna. E impedisce i processi secondo i crismi costituzionali del garantismo. Se riforma dev’essere che si cancelli l’inversione dell’onere della prova e si parta dalla presunzione di innocenza del club. Deve toccare all’accusa, cioè alla procura sportiva, dimostrare che il club è colpevole. Non viceversa, come avviene oggi”.
A rinforzare la sua tesi su una riforma non improntata a un giudizio più rapido, Chiarello ha preso come esempio proprio il caso Juve. Il giornalista ha detto: “Oggi il club, la Juventus ad esempio, è chiamata a dimostrare la propria innocenza con memorie difensive veloci. Questo contro accuse di colpevolezza costruite in anni di indagini da una vera procura. Se fosse un teorema, sarebbe impossibile dimostrarlo coi tempi della giustizia sportiva. Da ultimo, stimati colleghi, facile parlare ora di riforma della giustizia. Ora che la Juventus è stata destabilizzata nei risultati e le sue rivali, Lazio e Milan, sono praticamente qualificate in Champions. A risultato ottenuto, si può essere magnanimi?”. In ultima, anche Chiarello predicherebbe un maggiore equilibrio di giudizio degli addetti a lavoro. Predicando che non ci sia una maggiore compassione legata al fatto che a essere coinvolta sia una squadra dal calibro della Juventus.
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