Casarin: "Rigore su Belotti? Lo avrebbe visto anche un bambino"

Casarin: “Rigore su Belotti? Lo avrebbe visto anche un bambino”

Belotti
L'ex arbitro ha parlato a Radio anch'io Sport, parlando del rigore non concesso ieri al Torino, che ha poi permesso all'Inter di pareggiare.

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La ventinovesima giornata di Serie A si concluderà stasera, ma è di ieri il caso più chiacchierato e discusso del turno. Nel posticipo delle 20:45 Torino e Inter hanno pareggiato per 1-1, con i gol di Bremer nel primo tempo e Sanchez nel recupero del secondo. Cin questo punto i nerazzurri ora sono terzi a +4 sulla Juventus, che ha recuperato 2 punti ai campioni d’Italia in questo turno. Nella prima frazione però c’è stato il caso arbitrale della giornata. Al minuto 35 Pobega serve Belotti in area: il centravanti va a contrasto con Ranocchia che lo stende, colpendolo sul piede d’appoggio. L’arbitro Guida però fa subito cenno di rialzarsi al giocatore granata. Massa al Var non lo richiama e il gioco viene fatto proseguire.

Un errore grave dei due arbitri, che ha fatto arrabbiare il Torino e discutere tutta l’Italia calcistica. Oggi, a Radio anch’io Sport ne ha parlato l’ex arbitro Paolo Casarin: “Il rigore che non è stato dato al Torino lo avrebbe visto anche un bambino di 2 anni. A due metri non bisogna essere un arbitro internazionale per vedere un rigore del genere“. L’ex fischietto poi ha proseguito parlando dei protocolli Var: “L’arbitro da sempre ha dei problemi perché non ha modo di rivedere l’azione. Il Var era stato fatti per questo. Quindi deve essere modesto e umile. Deve pensare che può capitare di sbagliare. Il Var non può mettersi da parte e non intervenire“.

È proprio questo il vero fallimento del sistema: i due arbitri dirigono da soli – dice l’ex direttore di gara. Se quello in campo sbaglia una decisione in modo clamoroso, l’altro non interviene. Sono necessari dei provvedimenti. Tutti questi protocolli sono inutili e sono stati fatti per complicare la vita. Il calcio è una cosa semplice. Se casualmente sei coperto e non vedi bene, devi sapere che c’è un altro che può venirti in soccorso. Il Var deve essere un aiuto, non un ente burocratico che funziona con un protocollo fatto da gente che non lo voleva e quindi lo ha reso così banale. Gli arbitri devono essere chiari su questo“.

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