Tramite il proprio canale Youtube, Fabio Caressa ha disaminato il momento della Juventus. Il giornalista ha esordito così: “Ormai sull’argomento Allegri-Juventus ci sono due fazioni, Una tende diciamo a salvare Allegri e a sottolineare la distanza tra la rosa della Juventus soprattutto a centrocampo e la rosa dell’Inter. L’altra parte dice che non è una differenza di rosa ma di utilizzo della rosa quindi la colpa è di Allegri. Io credo che le cose vadano analizzate magari attraverso numeri, secondo logica, non secondo un preconcetto iniziale. La realtà è che la Juventus nelle ultime tre partite ha fatto un punto e ha giocato a tratti molto male, per esempio un tratto con l’Empoli e tutta la partita contro l’Udinese. La rosa della Juventus è forte come quella dell’Inter? In questo momento no. È stata costruita meglio quella dell’Inter sia come mercato sia con il lavoro di Inzaghi. La Juventus in questi due anni non è riuscita a crescere se non con i giovani che sono spericolati perché ha avuto una serie di difficoltà l’anno scorso clamorose che l’hanno portato a non crescere”.
Juve delusa, Milan in ricorsa
Il rallentamento e un morale al ribasso starebbero mettendo in pericolo anche la seconda posizione della Juventus. Su questo, Caressa ha aggiunto: “Gioca male la Juventus? Secondo me potrebbe giocare meglio però per giocare meglio ha bisogno che alcuni giocatori giochino meglio. Milik è rimasto al fallo con l’Empoli; ha giocato una gara inguardabile con l’Udinese e si è mangiato un gol che di solito non sbaglia. Il centrocampo ha poco idee… è tutto un insieme di cose che hanno portato la Juventus a quella distanza. Io avevo pensato che la Juventus potesse dare fastidio all’Inter fino alla fine… potrebbe ancora capitare ma forse fino ad ora ha overperformato e aveva fatto dei piccoli miracoli per stare vicino all’Inter e non sempre ti possono capitare. In questo momento preferisco il Milan alla Juventus. Viene da una serie di risultati lunghissima che potrebbe prolungarsi perché ha trovato qualcosa di importante”.
