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Intervistato dai microfoni di Sky Sport, l’ex tecnico e centrocampista bianconero Fabio Capello ha voluto ricordare Giampiero Boniperti, il “presidentissimo” della Juve scomparso nelle scorse ore:
“Mi ricordo molto bene il primo incontro con Boniperti, arrivai dalla Roma e inizio il glorioso ciclo proprio con lui. Entrò come presidente a metà anno nel 1971, iniziammo a vincere, l’unica cosa che conta. Era un presidente molto severo e duro, ai tempi. In due ore faceva firmare i contratti a tutta la squadra a Villar Perosa. Non era come adesso, fu molto bravo a capire che doveva essere affiancato da un uomo mercato. Sapeva tantissimo di calcio, questa è stata la sua forza, con la FIAT e l’avvocato Agnelli alle sue spalle. Mi feci crescere i baffi una volta, telefonò a mia moglie e le disse di dirmi che stavo meglio senza. Come ho detto era molto severo e molto duro. Ha fatto cose importantissime per la Juve, ha contribuito a creare lo stile Juventus”.
Giampiero Boniperti, il campione che contribuì a fare scordar presto la guerra ai tifosi bianconeri («con la sua gentilezza e la sua classe prendeva in pugno la Juventus post-bellica, ed assieme ad essa partecipava a ridare luci di speranza per l’avvenire», scrisse Hurrà Juventus nel 1966) ha un curriculum calcistico che tutti conoscono. Un giorno della primavera del 1946, a diciotto anni non ancora compiuti, partì da Barengo (dove nacque nel 1928) e venne a Torino per sostenere l’usuale provino nella Juventus. Era un calcio di pionieri, romantico e spensierato. Palpitava per i colori bianconeri e voleva diventare juventino», riporta il primo profilo sul magazine bianconero; il ragazzo ne avrebbe fatta, di strada. Quasi un anno dopo, al principio di marzo del 1947, Boniperti esordì in Prima Squadra contro il Milan, in un campionato che la Juve chiuse al secondo posto dietro a un imprendibile Torino. L’anno dopo Vittorio Pozzo già lo vestiva d’azzurro, a Vienna, contro l’Austria, dove si distinse inizialmente come ala destra di valore mondiale, poi come interno al fianco di Muccinelli nella Coppa Rimet (1950). Posizione che assunse – mattatore e regista allo stesso tempo – anche alla Juve, progressivamente, a partire dalla seconda metà degli anni ’50. Gli anni dei tre nomi, Boniperti, Charles, Sivori. Tre icone. Migliore in campo, autore di una doppietta nella mitica partita di Wembley tra l’Inghilterra ed il Resto d’Europa (ed unico italiano al fianco di Nordahl, Vukas, Kubala, Zebec), Boniperti è stato centravanti di razza, dallo scatto possente e dal tiro forte”.