Capello ricorda Boniperti: "Persona severa, contibuì a creare lo stile Juve" - JuveNews.eu

Capello ricorda Boniperti: “Persona severa, contibuì a creare lo stile Juve”

Fabio Capello
Le parole dell'ex tecnico bianconero

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Intervistato dai microfoni di Sky Sport, l’ex tecnico e centrocampista bianconero Fabio Capello ha voluto ricordare Giampiero Boniperti, il “presidentissimo” della Juve scomparso nelle scorse ore:

“Mi ricordo molto bene il primo incontro con Boniperti, arrivai dalla Roma e inizio il glorioso ciclo proprio con lui. Entrò come presidente a metà anno nel 1971, iniziammo a vincere, l’unica cosa che conta. Era un presidente molto severo e duro, ai tempi. In due ore faceva firmare i contratti a tutta la squadra a Villar Perosa. Non era come adesso, fu molto bravo a capire che doveva essere affiancato da un uomo mercato. Sapeva tantissimo di calcio, questa è stata la sua forza, con la FIAT e l’avvocato Agnelli alle sue spalle. Mi feci crescere i baffi una volta, telefonò a mia moglie e le disse di dirmi che stavo meglio senza. Come ho detto era molto severo e molto duro. Ha fatto cose importantissime per la Juve, ha contribuito a creare lo stile Juventus”.

Boniperti che è stato così ricordato dalla Juve attraverso il proprio sito: “E’ la notizia che non avremmo mai voluto darvi. Oggi, 18 giugno 2021, salutiamo per sempre Giampiero Boniperti, che si è spento a Torino, all’età di 92 anni: ne avrebbe compiuti 93 fra pochi giorni, il prossimo 4 luglio. La commozione che in questo momento tutti noi stiamo provando non ci impedisce di pensare con forza a lui, a tutto ciò che il Presidentissimo è stato e sarà per sempre nella vita della Juventus. Una figura indelebile, che da oggi si consegna al ricordo, perché sui libri di storia del calcio ci è finita già da tempo. Perché quando esprimi un pensiero, e quel pensiero diventa parte del DNA della società a cui hai dedicato la vita, vuol dire che il tuo carattere ne è diventato identità e modo di essere. Per sempre.IMMENSA LEGGENDA
Giampiero Boniperti, il campione che contribuì a fare scordar presto la guerra ai tifosi bianconeri («con la sua gentilezza e la sua classe prendeva in pugno la Juventus post-bellica, ed assieme ad essa partecipava a ridare luci di speranza per l’avvenire», scrisse Hurrà Juventus nel 1966) ha un curriculum calcistico che tutti conoscono. Un giorno della primavera del 1946, a diciotto anni non ancora compiuti, partì da Barengo (dove nacque nel 1928) e venne a Torino per sostenere l’usuale provino nella Juventus. Era un calcio di pionieri, romantico e spensierato. Palpitava per i colori bianconeri e voleva diventare juventino», riporta il primo profilo sul magazine bianconero; il ragazzo ne avrebbe fatta, di strada. Quasi un anno dopo, al principio di marzo del 1947, Boniperti esordì in Prima Squadra contro il Milan, in un campionato che la Juve chiuse al secondo posto dietro a un imprendibile Torino. L’anno dopo Vittorio Pozzo già lo vestiva d’azzurro, a Vienna, contro l’Austria, dove si distinse inizialmente come ala destra di valore mondiale, poi come interno al fianco di Muccinelli nella Coppa Rimet (1950). Posizione che assunse – mattatore e regista allo stesso tempo – anche alla Juve, progressivamente, a partire dalla seconda metà degli anni ’50. Gli anni dei tre nomi, Boniperti, Charles, Sivori. Tre icone. Migliore in campo, autore di una doppietta nella mitica partita di Wembley tra l’Inghilterra ed il Resto d’Europa (ed unico italiano al fianco di Nordahl, Vukas, Kubala, Zebec), Boniperti è stato centravanti di razza, dallo scatto possente e dal tiro forte”.

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