Capello: "Juve di Pirlo involuta. Aveva trovato la via ma gli infortuni..." - JuveNews.eu

Capello: “Juve di Pirlo involuta. Aveva trovato la via ma gli infortuni…”

Fabio Capello
L'ex allenatore ha parlato della situazione della Juventus

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La Juventus ha pareggiato la partita contro il Verona giocata sabato sera al Bentegodi, con i bianconeri che in virtù degli altri risultati del week end sono scivolati a meno 10 punti dall’Inter capolista, seppur ancora con una partita in meno, con il distacco dalla prima della classe che comincia ad essere importante. I bianconeri sono attesi domani dalla partita contro lo Spezia, che gli uomini di Pirlo dovranno per forza vincere per continuare a sperare nello Scudetto. La partita contro il Verona, al netto delle assenze, ha evidenziato ancora una volta le carenze della squadra allenata dal tecnico bresciano, delle quali ha parlato anche l’ex allenatore Fabio Capello, ai microfoni di Sky Sport.

“Non si possono fare paragoni tra Morata e Kulusevski. Morata gioca nella sua posizione, centravanti, con tutte le cose che ne conseguono, l’altro non può giocare in quella posizione. Kulusevski è un ottimo giocatore se gioca sulla destra, se riceve la palla e può andare in quella zona, accentrarsi e puntare  la porta. Pirlo avrebbe dovuto trovare delle soluzioni diverse, credo che lui abbia cercato dall’inizio di portare qualcosa di diverso, ha fatto tanti esperimenti, adesso ritengo abbia trovato la via giusta per far giocare la squadra, però gli mancano certi giocatori che sono infortunati e quindi non può mettere in evidenza quello che pensa nella testa”.

“Alcune partite, anche se non giocava tutta la partita, la Juve giocava 20 minuti, delle mezz’ore,  e non mi era dispiaciuta. Poi rigiocava in una maniera involuta, non si vedeva un tipo di gioco ben preciso: velocità e soprattutto, come ammesso da Pirlo, il giro palla lento. Gli italiani, e lo abbiamo visto nelle gare internazionali e soprattutto in quelle di Champions, quando passano la palla, la palla va a rimbalzelli, mentre quando giocano gli altri la palla corre. In Italia non la giocano quasi mai di prima: prendono, guardano e poi la passano.”

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