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L’ex difensore della Juventus e vincitore del Pallone d’Oro Fabio Cannavaro, ha parlato intervistato dai microfoni de Il Corriere dello sport, analizzando il momento della Juventus e quanto sta succedendo in Serie A, con un occhio alla Nazionale di Roberto Mancini: “La flessione della Juve non mi ha sorpreso, la ritengo inevitabile, fisiologica. Non dimentichiamo che ha perso il salva-allenatori. Con Ronaldo partiva sempre da uno a zero. La Juve deve fare i conti con l’usura dei giocatori più importanti e con il ritardo di alcuni giovani che hanno incontrato molte difficoltà. Non mi aspettavo invece il calo del Milan. Non adesso almeno”.
“L’inter invece è davvero completa, e mi fa piacere per Simone Inzaghi, troppe diffidenze nei suoi confronti, non è mai stato considerato un allenatore da grande squadra e invece ha tutto per riuscire: sa come prendere i giocatori, li fa stare bene. Rispetto allo scorso anno sono più liberi di esprimersi e in campo si nota. Io, come Simone, non mi considero un inventore, ho dei princìpi di gioco, i miei concetti, la mia fase d’attacco e la mia fase difensiva. Sono molto esigente, non un semplice gestore. L’esperienza in Cina è stata molto formativa: ho fatto il manager a trecentosessanta gradi, non pensavo solo alla squadra, ho costruito il centro sportivo, lavorato sul nuovo stadio. Evergrande era, per importanza, uno dei primi cinque club dell’Asia. La proprietà è stata subito chiara: mi ha chiesto di ringiovanire radicalmente la rosa, che ho portato da 33 anni di media a ventitré. Non erano tutti Paulinho e Talisca. Un titolo nazionale, due secondi posti, la semifinale della Champions asiatica. In Cina le cose sono precipitate nell’ultimo anno e purtroppo la crisi mi è costata qualche rinuncia pesante”.
“All’Italia auguro di recuperare quelli che sono mancati a Roma: Chiesa, Chiellini, Immobile, Verratti, Pellegrini. Se rientrano questi, andiamo a giocarcela”.