Fabio Cannavaro, ex difensore della Juventus, ha parlato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport di vari temi trattando anche il club bianconero: “5 italiani candidati al Pallone d’Oro? Era dai tempi della mia vittoria del trofeo che non succedeva, dunque è un bel segnale. Jorginho è il più accreditato, anche se sono convinto che vincerà Messi. Barella e gli altri meritano tutti, ma ci doveva essere nel gruppo anche Chiesa, per quello che ha fatto vedere. Cina? Ho detto addio alla Cina, il campionato è cambiato e proseguirà a dicembre. Ho lasciato nonostante avessi ancora 15 mesi di contratto. Non vedevo i miei figli da diverso tempo, l’anno scorso sono stato lontano da loro per 11 mesi e quest’anno 8. Ho vissuto 6 bolle: la più lunga di 70 giorni.
Non ce la facevo più, altrimenti senza pandemia sarei rimasto all’Evergrande dove stavo molto bene. In questi anni sono cresciuto come allenatore grazie a loro. Abbiamo vinto e ci siamo divertiti. Poi questo maledetto virus ha condizionato tutto. Anche se lì si vive meglio. Ma le misure drastiche che ancora adottano diventano impossibili per chi arriva da fuori. La crisi finanziaria dell’Evergrande non c’entra niente, perché al club gli stipendi erano sempre puntuali. Magari con due giorni di anticipo, ma mai con uno di ritardo. E poi la solidità del gruppo con le proprietà immobiliari è tale, che credo verranno fuori da questa crisi.
Scudetto? Questo campionato è diverso. Non ha più un padrone perché dopo anni di vittorie la Juve ha chiuso un ciclo e fatica. Roma e Lazio hanno cambiato allenatore, il Milan sta crescendo bene ma per me la favorita rimane l’Inter per organico e psicologia e poi Suning è un gruppo sempre forte in Cina, anche se lì ha rinunciato alla squadra locale. Il Napoli può dire la sua, ma aspetto di capire come supererà i momenti difficili che capiteranno. Come la Coppa d’Africa o gli infortuni. Perché per vincere i campionati bisogna essere forti in quei momenti e poi avere anche un pizzico di fortuna“.