Intervistato per Radio Bianconera, Niccolò Ceccarini ha parlato del calciomercato della Juventus. Il giornalista ha approfondito le situazioni legate a Emil Holm e Romelu Lukaku.
Sfida tra Juve-Atalanta per Holm
Il giornalista ha esordito parlando del duello tra Juventus e Atalanta per il terzino dello Spezia Emil Holm. Ecco cosa ha detto: “Il nome caldo è quello di Holm, la Juve vorrebbe prenderlo, ha capito che l’Atalanta è pronta a chiudere da un momento all’altro per cui sta spingendo con lo Spezia per anticipare i nerazzurri. L’Atalanta rispetto alla Juve ha la possibilità di prendere subito il giocatore a titolo definitivo, mentre i bianconeri dovrebbero concludere l’affare con una formula diversa e un pagamento dilazionato nel tempo, sicuramente il fascino della Vecchia Signora pesa però per il giocatore, per cui credo che sarà uno sprint tra i due club che dovrebbe risolversi a breve. Sulla situazione di Bonucci si attendono novità, di certo se il difensore non fa la rescissione del contratto entro la fine del mercato rischia di rimanere fermo alla Juve fino a gennaio, a livello di cessione invece, ad oggi né Union Berlino né Lazio hanno affondato il colpo ma le destinazioni papabili restano quelle”.
Sullo scambio Vlahovic-Lukaku
Inoltre, Ceccarini ha fatto il punto sullo stato della situazione di Romelu Lukaku a cui non può non essere associato il futuro di Dusan Vlahovic. Di seguito le sue parole: “Ormai la situazione è chiara. Se il Chelsea è pronto ad offrire Lukaku e 40 milioni bene, altrimenti non se ne fa nulla. Comunque la Juventus casca in piedi dato che Vlahovic è forte e la Juve è contenta di tenerlo. Certo se si concretizzasse lo scambio, vorrebbe dire dare agli inglesi un giocatore pronto e prenderne uno che ha bisogno di fare un po’ di preparazione prima di essere al 100% dato che si è allenato da solo per tutta l’estate. In chiusura due parole sul fenomeno Arabia, dove il mercato chiuderà il 7 settembre. Bisogna aspettare un paio d’anni per vedere come si evolverà questo movimento. Di certo i presupposti sono diversi rispetto a quelli che c’erano in Cina. Qui si palesano disponibilità economiche incredibili e un progetto a lungo termine che lo stato stesso sembra pronto a perseguire”.