Il tema Superlega è sicuramente il più chiacchierato nel mondo del calcio da una settimana a questa parte. Il presidente della FIGC Gabriele Gravina, in queste ore, ha annunciato che, chi aderirà al progetto, sarà automaticamente tagliato fuori dalla possibilità di partecipare al campionato di Serie A. Un progetto, quello in precedenza voluto da ben 12 club europei, nato secondo una stella sbagliata, come affermato dal presidente dell’Associazione Italiana Calciatori (AIC) Umberto Calcagno. Intervistato dai microfoni di Radio Anch’io lo Sport, Calcagno ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:
“Superlega? Modalità e tempistiche della Superlega sono state sbagliate. Però è anche importante analizzare cosa è successo. Sicuramente il mancato coinvolgimento dei calciatori è importante, soprattutto per le conseguenze che ci sarebbero state proprio i giocatori. Si minacciava addirittura di non farli partecipare alle competizioni con le Nazionali senza che loro fossero colpevoli. Il salary cap? Noi abbiamo avuto per 10 anni il salary cap in Serie B ed è stato un fallimento. Penso sia un qualcosa di riduttivo per i nostri dirigenti. Sui budget totali stiamo ragionando. In Lega Pro c’è già un budget di controllo. Siamo un sistema che negli ultimi anni ha avuto crescita esponenziali di introiti e di debiti e non credo che il salary cap possa essere la soluzione.
Meritocrazia nel calcio? Aumentare le partite per avere più introiti ma allo stesso tempo Perez dice che i giovani non seguono tutta la partita? Calcio da rifare? Credo che alla gente piaccia poco tutto ciò che ruota attorno al calcio. Non si può più fare finta di non capire il giro d’affari. Dobbiamo capire come massimizzare gli introiti salvaguardando gli aspetti sportivi. Per alimentare la passione dei ragazzi verso il calcio, bisogna valorizzare il merito sportivo. Dobbiamo coniugare queste due cose. Ben sapendo che le risorse vanno gestite meglio”. [fncvideo id=662466 autoplay=true]