Buffon, Chiesa e la Coppa Italia: dalla prima con Enrico all'ultima con Federico - JuveNews.eu

Buffon, Chiesa e la Coppa Italia: dalla prima con Enrico all’ultima con Federico

Il numero uno bianconero ha alzato il trofeo ieri sera

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La Juventus ha vinto ieri sera la quattordicesima Coppa Italia della sua storia, imponendosi per 2-1 contro l’Atalanta grazie ai gol di Dejan Kulusevski e di Federico Chiesa. Una partita che la squadra di Pirlo ha giocato bene, soprattutto nel secondo tempo, che è risultato essere la migliore frazione giocata in tutta la stagione dalla squadra bianconera. Una vittoria importante, che carica il gruppo in vista dell’ultima giornata di campionato in programma contro il Bologna, che i bianconeri dovranno vincere sperando in un passo falso di Napoli, impegnato contro il Verona, o del Milan, avversario proprio dell’Atalanta.

Quella di ieri sera è stata anche l’ultima finale di Gianluigi Buffon con la maglia della Juventus, visto l’annuncio di addio alla maglia bianconera dato alcuni giorni fa. Ed è proprio Buffon il protagonista di una curiosità, rimarcata anche da Federico Chiesa nel post partita. Il portiere della Juventus ha infatti vinto la sua prima Coppa Italia con il Parma con Enrico Chiesa in squadra, mentre quella di ieri sera, ultimo trofeo della sua avventura in bianconero, l’ha alzata con il figlio Federico in squadra. Un ciclo lunghissimo, nel quale il portiere bianconero è riuscito a vincere con padre e figlio, segno della longevità della sua carriera, che ancora sembra avere pagine da scrivere.

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Andrea Pirlo ha parlato dopo la partita di ieri sera: “La partita? Una bellissima partita tra 2 grandi squadre ed è stata una finale degna di questo nome. Importante anche avere i nostri tifosi e regalargli una grande soddisfazione. Avevamo voglia di vincere di portare a casa questo trofeo perché era uno obiettivo importante. La Juve ha meritato. Chiesa stava per uscire? Il bello del calcio, volevamo toglierlo ma poi è riuscito a segnare, segnare in una finale non è da tutti e soprattutto essere decisivo. Come mai non siamo partiti forte dal primo tempo? Siamo un po’ entrati in difficoltà perché Cuadrado non è riuscito a fare il lavoro che gli avevo chiesto su Gosens. Difficoltà da allenatore? Ce ne sono state tante come l’uscita prematura dalla Champions e il quinto posto in campionato. Questi trofei possono un po’ cancellare gli obbiettivi che non abbiamo raggiunto in questa stagione. Se mi riconfermerei? Certo, sono qui per questo e perché amo il calcio. Vorrei continuare perché amo questo club e mi trovo bene con la società, è il mio obiettivo. Se è più difficile guidare la squadra da allenatore che da giocatore? Si perché alcune volte non sentono le indicazioni e non sempre è facile però fa parte del gioco”.

 

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