Enzo Bucchioni, giornalista, ha analizzato su tuttomercatoweb la situazione dirigenziale della Juventus. Ecco le sue parole: “E’ bastato vedere Alessandro Del Piero tornare allo Stadium per scatenare la più grande rivoluzione virtuale che il mondo Juve ricordi. Nuovi organigrammi sono circolati in fretta e non soltanto sui social, anche i bene informati si sono accodati velocemente dando per imminente il licenziamento di Agnelli, Allegri e di tutti i dirigenti attuali, per far spazio alla presidenza Pinturicchio, al clamoroso ritorno di Antonio Conte e all’inizio di un nuovo ciclo. Il Popolo Bianconero, che evidentemente non aspettava altro, è stato preso da una grande eccitazione, trascinato dalla straordinaria voglia di cambiamento, che ha coinvolto anche membri della famiglia come Lapo Elkann con un tweet incendiario o vicini e tifosi doc come Evelina Cristillin con alcune dichiarazioni neanche troppo velate. Quasi un timbro di autenticità per le voci e per i si dice… Alla fine però la rivoluzione non c’è stata, sono rimasti tutti al loro posto, da Agnelli ad Allegri e compagnia, trattasi soltanto di una grande illusione che però non può sparire così come è nata e sulla quale (per me) vale la pena di riflettere.”
Sull’ipotetico cambio: “La storia renderà per sempre omaggio ad Andrea Agnelli e ai suoi anni d’oro, forse irripetibili, ma proprio la storia e non solo del calco insegna che i grandi periodi hanno un inizio, un apice e una inevitabile fine. Lottare contro la fine, cercare di resistere, non prendere atto di ciò che sta accadendo, ha portato perfino alla caduta dell’Impero Romano. La Juve con Agnelli e il suo modo di fare calcio ormai vecchio, da fine ciclo, sta facendo proprio e solo questo: resistere. Quello che sorprende è che John Elkann non sia intervenuto. Un personaggio del suo livello, giovane, con visione, sicuramente conosce più di me le dinamiche aziendali, da altre parti ha cambiato cercando energie e idee nuove, nella Juve no. E’ evidente che le scelte degli ultimi anni siano state sbagliate e contraddittorie. E’ chiaro che riprendere Allegri dopo averlo licenziato e bollato come emblema di un calcio vecchio appena due anni prima, è la contraddizione delle contraddizioni. Quel calcio lì non funziona più o meglio non funziona quando ci sarebbe da far ripartire un ciclo con giocatori diversi, ci sarebbe una squadra da rifondare attorno a un gioco e tutto quello che sappiamo…”
Sul futuro: “Se non ci saranno fatti clamorosamente inattesi, la rivoluzione non ci sarà neppure questa volta e s’era capito dalla lettera che proprio John Elkann ha inviato agli azionisti di Exor prima di Pasqua. Piena fiducia in Agnelli, investimenti per sostenere il brand Juve e pazienza per aspettare la crescita della squadra. Come se non bastassero i settecento milioni già immessi in pochi anni con due aumenti di capitale. E il tema è proprio questo: quanto tempo sarà ancora concesso? Quanto ci vorrà per tornare a vincere? Con la restaurazione, con Allegri in panchina, grande allenatore quando deve gestire i campioni, c’è solo una strada praticamente obbligata: fare un grande mercato.”