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Ai microfoni di Tuttosport, Christian Brocchi ha parlato di Manuel Locatelli, suo ex giocatore ora nel mirino della Juve:
“Io stupito? Per niente. Avevo allenato Manuel fin dagli Allievi e ho visto da vicino tutta la sua crescita. Quando sono arrivato in prima squadra c’era grande voglia di farlo esordire, perché era non solo un giocatore di grande qualità, ma anche di grande personalità. Pronto per il salto? Sì. Anche perché forse proprio la personalità è il suo miglior pregio. Ci sono tanti giocatori forti a livello di qualità, ma la differenza tra giocare in una squadra di medio livello e poter giocare in una grande la fa proprio la personalità. E lui ha sicuramente una personalità spiccata: non ha paura di giocare, più palloni tocca più incide, non si nasconde mai e vuole sempre la palla. Non avrà nessun problema a giocare con una maglia più pesante. Sicuramente aver già superato un momento di difficoltà lo aiuterà. Aveva bisogno di ritrovare fiducia e in questo De Zerbi e il suo gioco sono stati fondamentali. Ora è sicuramente più sicuro di sé.
In cosa è cresciuto? È migliorato tanto a livello agonistico: è diventato anche un centrocampista di fatica e di contrasto, oltre che di qualità. Quella, la qualità, per un centrocampista da sola non basta più: serve andare a vincere i duelli. I pregi? Sapere alternare gioco lungo e corto. Non sono tanti i calciatori in grado di farlo: molti sono bravi nel lungo e meno nel corto o viceversa. Per Manuel non fa differenza. Sei-sette non so, ma quattro o cinque deve farli in ogni campionato, per le qualità che ha: come tiro e come tempi di inserimento. Per me non è una questione di posizione, può ricoprirle tutte: mezzala, centrale a tre o a due…
La cosa importante è che sia al centro del gioco. Secondo me si completa con chiunque, proprio perché ha la bravura e l’intelligenza tattica per lavorare in qualsiasi ruolo e con qualsiasi compagno di reparto, adeguandosi alle caratteristiche di chi gli gioca vicino. È un ragazzo fantastico. Viene da una famiglia umile, che gli è sempre stata vicina e gli ha insegnato i giusti valori. E lui li ha mantenuti intatti. Un episodio particolare no, non c’è. Mi ricordo che era veramente bello vederlo all’opera, perché quando ha iniziato a sentire vicino l’obiettivo della Serie A ha cominciato a fare cose veramente importanti. Nell’ultimo pezzo del percorso che lo ha portato a esordire è stato veramente bello ammirarlo”.
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