Breda: "Zaniolo è un predestinato, la sua duttilità un vantaggio"

Breda: “Zaniolo è un predestinato, la sua duttilità un vantaggio”

Zaniolo
Roberto Breda, ex allenatore di Zaniolo nell'Entella, ha rilasciato delle dichiarazioni sul centrocampista giallorosso.

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Roberto Breda, tecnico di Nicolò Zaniolo ai tempi della Virtus Entella, ha rilasciato delle dichiarazioni a Juventusnews24, parlando proprio del trequartista della Roma, che a fine stagione potrebbe proprio passare al club bianconero. Ecco le sue parole sull’esperienza in Serie B del classe ’99: “L’Entella puntava molto sulla crescita dei giovani. Lui è stato il giocatore che ha avuto più successo, che ha avuto il percorso più interessante. L’idea, come detto, era quella di puntare sui giovani ma non è che su di lui all’inizio puntassero molto. C’erano dei prospetti che secondo loro erano più interessanti. Lui ha iniziato ad aggregarsi in prima squadra più avanti nella stagione: aveva una grande personalità. Era molto silenzioso, però non aveva paura. Tante volte, quando salgono i ragazzi dal settore giovanile, sono un po’ timorosi nel primo periodo, Nicolò ha avuto subito un bell’impatto, sia nel farsi voler bene dai compagni più grandi sia nel presentarsi in campo con forza e personalità.”

Sulla carriera di Zaniolo: “Lui ha delle caratteristiche che ti portano a pensare che possa fare più ruoli, come sta capitando anche adesso che sta facendo la punta, ruolo che non aveva mai fatto. Però, cambiando spesso, ci vuole più tempo nello specializzarsi, ma lui è stato bravo a dare subito le risposte giuste. Credo che sia anche un predestinato: ha trovato sempre persone che gli hanno anticipatamente riconosciuto le sue doti: penso a Di Francesco, penso a Mancini. Lui le ha confermate coi fatti ma è stato anche un po’ un predestinato perché, mi ci metto anche io, gli sono state riconosciute delle doti ancor prima che lui le dimostrasse.”

Sulla duttilità: “Il fatto di ricoprire più ruoli è un vantaggio: nel calcio moderno c’è l’idea di avere alternative diverse anche in base al momento della partita o alle caratteristiche degli avversari. Lui deve mantenere questa capacità, come han fatto Bernardeschi e Chiesa. Questo non è un limite, ma un vantaggio: se affini le tue caratteristiche diventi sempre più padrone del ruolo.”

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