Simone Brancozzi, professore di Economia, ha detto la sua sulla Juve. Ecco le sue parole a RBN: “Uno degli obiettivi di questa rubrica è che, cazzeggiando, parliamo un po’ di economia aziendale, quindi diamo dei parametri per aiutare chi fa altro a leggere quello che ci viene propinato. Partiamo dai ricavi e dai costi: i ricavi per le società di calcio non sono tutti uguali. L’utile e la perdita sono la differenza tra i ricavi meno i costi. I ricavi, però, non sono tutti uguali. Facciamo un esempio per una famiglia: lo stipendio è un ricavo caratteristico genuino. Ci puoi contare quest’anno e ci puoi contare sempre. Poi se l’azienda ha avuto stagioni particolarmente buone e tu hai fatto un buon lavoro, magari ti prendi qualche premio. E quello va ad aggiungersi ai ricavi, ma non è un ricavo caratteristico: è un ricavo che possiamo ipotizzare che ci sarà anche l’anno prossimo, anche se non è sicuro a differenza dello stipendio”.
Sulla Champions
“Qua ci sono i Gratta e Vinci, ci sono le vendite straordinarie, ci sono i regali straordinari, che, però, non sono ricavi. I ricavi delle attività sportive nelle squadre di calcio (lo stadio, gli sponsor, i diritti TV) sono dei ricavi caratteristici: quelli che ci sono quest’anno ci saranno e ci saranno per sempre. Poi, ci sono i ricavi derivanti dalla partecipazioni alle competizioni e quelli dipendono dall’andamento della stagione. Questo è uno dei motivi per i quali che quest’anno non abbiamo preso ancora una punta: ci si aspetta prima la qualificazione agli ottavi di finale, perché questo passaggio vale ben 50 milioni di euro. Quindi, se a gennaio saremo dentro, potremo spendere questa cifra, in caso contrario no. Motta ha condiviso la scelta di non acquistare una punta nel mercato estivo? Ha detto di sì. Quindi io penso che, seduti attorno a un tavolino, abbia detto: “Diamo via Kean, che ha totalizzato 4 goal e 1 assist in campionato con una plusvalenza da far ridere e rimaniamo solo con Vlahovic fino a gennaio”.