Il tecnico della Juventus Next Gen Massimo Brambilla ha parlato concedendo una lunga intervista ai microfoni di Tuttosport, ai quali ha parlato della sua carriera e della squadra bianconera.
“L’intenzione di intraprendere una nuova esperienza l’avevo maturata già da un po’, l’Atalanta ne era al corrente. Avevo ricevuto diverse proposte da prime squadre, ma quando ha chiamato la Juventus non ci ho pensato un solo attimo. Dopo cinque anni in Primavera, questa panchina rappresenta una tappa ideale: un campionato giovanile non è paragonabile alla Serie C, passaggio strategico per iniziare a comprendere le dinamiche degli adulti. Vale per i ragazzi, ma anche per me. In Primavera ci sono tanti giovani bravi, che però devono ancora crescere tanto. In Next Gen, impari a confrontarti con veterani che ogni domenica si giocano la vita, ci si deve adattare, ma qui ci sono il tempo e il modo per farlo“.
“Ci sono molti vantaggi in quoto percorso, il primo è che si resta all’interno del proprio club: questo tipo di continuità incide. La seconda squadra, inoltre, ti fa anticipare di un anno almeno il percorso di crescita: quella stagione che altrove affronti da fuori quota della Primavera, qui la vivi già tra i professionisti. L’obiettivo è disputare un buon campionato, ma la priorità resta quella di far crescere i singoli giocatori, pur in un contesto in cui i risultati e la classifica hanno un peso. Far capire a un giovane l’importanza della vittoria è uno dei passi nel percorso di crescita”.
“La prima volta che sono entrato a Vinovo sono rimasto impressionato dalle strutture e dall’organizzazione. Si tratta di una seconda squadra che, però, è vissuta a tutti gli effetti con il livello di professionalità della prima. L’unico ingrediente che conta davvero è il lavoro in settimana. In avvio non abbiamo avuto risultati eccellenti, ma un periodo di adattamento è fisiologico per i tanti ragazzi appena usciti dalla Primavera. Mi trovo in una società di alto livello e sono convinto che questa sia stata la decisione migliore. Anche a fronte di qualche sconfitta, con lo staff ci siamo focalizzati sulle prestazioni e abbiamo visto che i ragazzi stavano comunque crescendo. Mancavano semplicemente quei piccoli passi che stanno compiendo ora, grazie all’esperienza maturata di gara in gara. I ragazzi sanno che le porte della prima squadra sono sempre aperte, lo dimostrano le ultime stagioni e anche il fatto che spesso vengano chiamati alla Continassa per allenarsi in mezzo ai campioni. Nella partita di domenica allo Stadium chiederò ai miei ragazzi di scendere in campo con la gioia nel cuore”.
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