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Braghin: “Montemurro scelta giusta per la Juve. C’è un clima di grande armonia”

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Il direttore della Juventus Women Stefano Braghin ha parlato intervistato dai microfoni di JTV, ai quali ha fatto un bilancio dell’anno appena passato, ricco di soddisfazioni per la squadra femminile bianconera: Stefano Braghin, direttore della Juventus Women, traccia un bilancio a JTV: “Al fischio finale della partita col Servette che ha sancito la nostra qualificazione al turno successivo in Champions League femminile, il mio pensiero è andato alle emozioni vissute con alcune di queste ragazze da quattro anni e mezzo, con altre un po’ meno perché si sono aggiunte strada facendo. È una bella storia che non è ancora finita, è stata una grande emozione per tutti coloro che hanno contribuito a questo traguardo inaspettato. Ci siamo resi conto di gara in gara che l’obiettivo era in realtà vicino. Al di là del valore individuali delle giocatrici e del supporto dello staff tecnico, si tratta di un risultato di squadra: un team molto legato dentro e fuori dal campo, fatto non solo da giocatrici e allenatore ma anche da tante persone che magari non si vedono pubblicamente ma ci sono.”

SEGRETI –C’è un clima di grande armonia nella condivisione degli obiettivi, questo permette di andare oltre il potenziale di una squadra. Se si guardano i potenziali e basta, i tornei sarebbero decisi già ad agosto. Se poi però a maggio non succede ciò che ci si attendeva ad agosto, è perché ci sono di mezzo le persone che cambiano gli equilibri. L’equilibrio trovato dalle anime che compongono la Juventus Women è andato oltre ogni valore tecnico: c’è un’energia che permette di fare più di quanto si possa pensare. Speriamo di andare più avanti possibile, anche se ovviamente sarà sempre più difficile”.

CAMPIONATO – “Grande percorso sportivo, i risultati dell’oggi arrivano dal lavoro passato di tutte le persone che ci sono state o per pochi giorni o per tutti gli anni. Nessuno ci fa vincere o perdere le partite, ma tutti ci aiutano ad arrivare dove siamo. Come sempre è stato un anno di lavoro e costruzione che ci sta portando a ciò che viviamo adesso.”

MONTEMURRO – “La sua gestione è molto semplice, come la persona che è lui. Ha grandissime competenze calcistiche e conoscenza delle persone. E come avviene in genere con gli allenatori di levatura mondiale, lavorarci insieme è molto facile: lui rende semplici le cose difficili. In un mondo conservativo nel successo, in cui il presente bello non lo si vorrebbe mai cambiare, noi abbiamo fatto una scelta inusuale. Dato che non sono un tifoso ma un dirigente, devo sempre pensare a cosa sarà il futuro e crearlo: è il bello del nostro lavoro, con tutti i rischi che comporta. Dopo 25 anni che svolgo questo mestiere, di cui 10 in questo club, la buona fede e la serenità nelle scelte superano ogni paura. Mi sembrava che questo fosse il momento giusto per fare una cosa giusta per la Juve, e credo di averlo fatto. Vedendo lo stupore suscitato, ho capito che fosse una scelta più forte di quanto io avessi pensato: il tempo dirà se è stata una scelta giusta.”

PORTIERE – “Pauline Peyraud-Magnin ha portato esperienza internazionale, avendo lei vinto in carriera in tanti Paesi. Lei è funzionale al tipo di calcio che chiede mister Montemurro, quindi la sua scelta è legata soprattutto alla sua affinità col nostro progetto di gioco: è stato naturale per noi cercare di assecondare questa cosa, in più è uno dei portieri più forti del mondo. Mi ha colpito in particolare la sua capacità di mettersi alle spalle l’errore e rispondere alle critiche con le prestazioni. Vuol dire essere forti dentro”.

ROSA – “In questo organico tutte possono e devono mettere un pezzo, non c’è chi può dare di meno e chi di più. Le più esperte insegnano alle nuove la juventinità, che non è una parola tanto per dire bensì un preciso concetto di lavoro, sacrificio, disciplina, umiltà e voglia di vincere. Qualcosa che si riassume negli ultimi 10 secondi della partita col Wolfsburg a Torino: laddove il più delle squadre si sarebbero messe a pensare al match di ritorno, noi abbiamo raccolto il 2-2. Ho sempre cercato di costruire una rosa equilibrata e di valori: piuttosto scelgo una calciatrice meno brava, ma che abbia forti valori umani da condividere col gruppo. Le giocatrici forti con pochi valori fanno vincere le partite, le persone di valore vincono i campionati. Quando ci guarderemo alle spalle, ci renderemo proprio conto che la nostra è una storia di persone prima che di calcio”.

TIFOSI – “La barriera emotiva tra il pubblico e gli sportivi, quanto più si affievolisce, quanto più si vince tutti insieme. Quando i tifosi sono là fuori ad accoglierci, per le ragazze è una spinta, una rincorsa in più, una parata in più. Si crea un blocco unico, che giocatrici e tifosi sono stati bravi ad alimentare senza disperdere il calore. Se siamo qui è merito pure di chi si siede in tribuna, che ha avuto la curiosità di conoscere uno sport che si conosceva poco, praticato da persone che qualcuno non riconosceva come persone che giocano a calcio. Le ragazze hanno cambiato la storia, supportate anche da società e Federcalcio, e oggi un tifoso della Juve lo è sia delle Women che della squadra maschile. Il calcio sta diventando unico, a prescindere da chi lo pratica”.

NUOVO ANNO – “Ci aspettiamo quello che ci si deve aspettare quando si tratta della Juventus: vincere tutto ciò che è possibile e fare il massimo per raggiungere gli obiettivi. La competitività del calcio femminile italiano è in crescita e le nostre aspettative si alzano di conseguenza. L’anno prossimo dovremo fare ancora meglio quello che abbiamo fatto fino a oggi. In Europa cambieranno gli scenari: grazie a questa stagione siamo passati dal 33esimo al 18esimo posto nel ranking Uefa e abbiamo aiutato la Serie A a portarsi al 7° posto, vicina a quel sesto posto che eviterebbe i preliminari. Speriamo di aiutare tutto il movimento e che altre squadre italiane portino punti. Dobbiamo consolidare lo standing in Italia e continuare la scalata in Europa”.

CALCIO FEMMINILE – “Molte più ragazze stanno cominciando a giocare fin da bambine. Sarà un anno cruciale con l’approdo al professionismo: fonte di grande orgoglio, le calciatrici saranno le prime sportive del nostro Paese a essere professioniste di diritto. Chiaro, questo comporterà un notevole innalzamento dei costi per le società, e non è così definito ancora il quadro dei ricavi che andranno a coprire questi costi. Dal punto di vista delle tutele è un momento storico per il calcio e lo sport femminile italiano, dobbiamo anche però stare attentissimi perché stiamo calando qualcosa di estremamente oneroso su delle spalle ancora molto fragili. Bisognerà, insieme a tutte le componenti, trovare un buon equilibrio per rendere il professionismo sostenibile fin da subito: la vittoria di solo una parte rischierebbe di essere una sconfitta per tutti. Si dovranno fare infine delle buone politiche di promozione per rendere il campionato più appetibile e aumentarne l’interesse. Io sono ottimista perché sono stati superati i pregiudizi e stiamo superando le barriere. Più bimbe giocheranno a calcio e più il calcio delle donne si avvicinerà a quello degli uomini

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