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Un grande calciatore del passato, un dirigente importante del presente. Zbigniew Boniek entra ufficialmente nella ‘Hall of Fame’ del calcio italiano. A dire il vero per l’ex giocatore di Juventus e Roma era già stato deciso l’ingresso nel 2020, ma poi lo scoppio della pandemia ha rinviato la premiazione, che si terrà il 1° maggio prossimo. Oltre ad essere stato un giocatore importante e di classe, Boniek nel tempo è diventato un dirigente di livello internazionale. È stato presidente della Federazione calcistica polacca e attualmente è vice presidente della Uefa.
A margine dell’ufficialità di questa onorificenza, il polacco ha rilasciato alcune dichiarazioni al sito della Figc, ricordando alcuni momenti della sua carriera alla Juventus. L’avvocato Agnelli lo definì ‘Bello di notte‘ per la sua capacità di incidere nelle partite europee e infatti fu decisivo nella finale della Coppa dei Campioni vinta contro il Liverpool, procurandosi il rigore poi trasformato da Michel Platini. Il trionfo però fu oscurato dalla tragedia della strage dell’Heysel, alle cui famiglie lui decise di devolvere subito il premio partita: “Resta uno dei momenti peggiori della mia vita. Sognavo da mesi quella partita, ma una vittoria così ti riempie il cuore di tristezza“.
La Vecchia Signora lo acquistò dopo il Mondiale di Spagna ’82, in cui si mise in luce con la sua Polonia, con 4 gol segnati contro Belgio e Perù, battendo la concorrenza della Roma, dove poi ha concluso la sua carriera. Il ‘Mundial‘ vide poi il successo degli Azzurri in finale contro la Germania, dopo aver battuto in semifinale proprio i polacchi. Una gara che però ‘Zibì’ non ebbe la possibilità di giocare, a causa di una squalifica: “Resta un grande rimpianto. Sarebbe stata una delle partite più importanti della mia carriera, se avessi avuto la possibilità di giocarmela sarei più sereno oggi. Non so come sarebbe andata, ma a volte mi chiedo cosa sarebbe successo se quella partita l’avesse saltata Paolo Rossi e non io“.