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Il divorzio tra la Juventus e Paulo Dybala è la notizia che sta animando questa sosta per gli impegni delle nazionali. Quello che qualche mese fa doveva essere il rinnovamento di un amore, si è chiuso con una separazione. Una scelta netta della società, che nel corso del tempo e all’alba del nuovo anno ha fatto altre scelte. Una nuova linea, un progetto tecnico diverso, che non vedeva più l’argentino al centro. Sarà Dusan Vlahovic il perno del futuro attacco bianconero e quindi le strade si separeranno a fine stagione. A parlarne oggi è stato anche Ivano Bonetti, ex giocatore, tra le altre, anche della Juventus.
Intervistato da Tuttomercatoweb.com, anche lui ha detto la sua sulla scelta del club: “Dybala è un buonissimo giocatore. Il problema è che se lo consideriamo tra i primi dieci in Europa e quindi gli devi dare tanti soldi, i dubbi ti vengono per una resa discutibile, visto che non poche volte è stato indisponibile. Le società del resto ragionano anche in questa direzione e non puoi fare un contratto di quel genere, da primi 10 in Europa, se poi il giocatore non scende in campo con continuità. Non è una scelta tecnica ma legata alle presenze. Sono coscienti di perdere un giocatore di qualità, ma queste sono le valutazioni. Un po’ come fa Maldini al Milan, dove la direzione della società è sempre stata chiara“.
Comunque si tratta di una perdita: “Tecnicamente lo è, perché, se gioca, non si mette in discussione, però poi ci sono quelle valutazioni fatte prima“.
Ora ci si interroga sul futuro della Joya: “Un giocatore di questo tipo può fare comodo a tutti. Fossi in lui andrei in Inghilterra, perché lì ci si integra velocemente e c’è meno responsabilità di risultato. Se fossi il dirigente di una grande squadra lo contatterei. E poi chi lo prende può accontentarlo come ingaggio“.
Sul sogno Salah, ha aggiunto: “Il giocatore egiziano è un grandissimo, fa gol e farebbe comodo a tutti. Però guadagna molto. E poi bisognerà vedere come giocherà la Juve: se stai lì e riparti, può essere molto utile. A differenza di Dybala magari salta poche partite. Il fuoriclasse deve essere sempre, o quasi, in campo“.