L’ex giocatore della Juventus Federico Bernardeschi, ha parlato intervistato dai microfoni di DAZN della sua carriera in America, dove si è trasferito per giocare con il Toronto, e del passato alla Juventus.
“Non ho rimpianti. Ho giocato in un top club europeo, ho vinto tantissimo, sono campione d’Europa e abbiamo fatto un qualcosa di straordinario con i miei compagni in Nazionale. Quando rivedo questo bambino, che è partito alla Fiorentina, mi chiedo quali sogni avesse allora: questi. Io mi sarei sentito male con me stesso a non calciare il rigore agli Europei. Poi ovviamente il mister chiede chi se la sente e chi no, in pochi se la son sentita. In un periodo così devi avere le palle farlo. Se li avessi sbagliati, ci sarebbe stato tutto il dispiacere del mondo, però sarebbe stato peggio se non avessi avuto il coraggio di tirarlo. È facile quando le cose vanno bene: pomparsi di ego, gonfiare il petto. Diventa più facile e scontato, ma è proprio quando le cose vanno vale che deve uscire quello che sei realmente”.
“Non sarei mai venuto qui in America se prima non fossi venuto a vedere com’era. Avevo la possibilità di rimanere in due grandissimi club in Italia. Se tra 5 anni la MLS diventa il campionato principale al mondo, cosa mi dici: ho fatto un passo avanti o uno indietro? Noi in Italia viviamo il calcio forse più come un’ossessione. Noi ovviamente giochiamo per i tifosi e dobbiamo anche essere grati a questo, ma secondo me, nella vita, ci devono essere sempre dei limiti e a volte, purtroppo, noi li abbiamo un po’ superati”.
“Quando entrai nello spogliatoio bianconero avevo 23 anni. Buffon, Chiellini, Bonucci, Barzagli, Marchisio, Khedira, Mandzukic, Matuidi… Te ne ho citati 8 che hanno vinto il Mondiale, la Champions… Di cosa parliamo? Del nulla. A 23 anni entrare in uno spogliatoio di questa gente qui… Se sono quello che sono oggi è sicuramente grazie ad una percentuale di quello spogliatoio. Con la personalità, con il carattere, ma comunque con grandissimo rispetto”.