[fncvideo id=657837 autoplay=true] TORINO – Federico Bernardeschi, centrocampista della Juventus, ha parlato durante Ossi di Seppia, il rumore della memoria, su RaiPlay in merito al terzo anniversario dalla scomparsa di Davide Astori. Queste le sue parole: “Il 4 marzo 2018 per me è stata una giornata molto triste. Sento ancora il vuoto assoluto. Se chiudo gli occhi e ritorno a quella giornata la sensazione è di vuoto assoluto. Ho appreso la notizia dalla televisione, ero in collegamento e fu interrotto il campionato. Ho provato a chiamare i dottori della Fiorentina persone che conoscevo benissimo perché venivo da quell’ambiente. Purtroppo c’era un caos e nessuno mi rispondeva. Mi ha risposto il dottore della squadra, mi ha dato conferma e lì sono scoppiato in lacrime. Non è facile neanche oggi parlarne. Un conto è apprendere, ma poi un altro è conviverci. Devi imparare a farlo, ma non te lo insegna nessuno. Andare a letto la sera e non svegliarsi più la mattina dopo, così all’improvviso, per forza ti deve far fare delle riflessioni”.
Poi ancora: “Ultima volta insieme in nazionale? Fino alle tre del mattino in camera, a mangiarci le noci e a chiacchierare del più e del meno, di tutto: dalla famiglia, fino al calcio e alla vita. Davide era un ragazzo puro, semplice: non è sempre facile trovarlo nel mondo del calcio. Quando trasmetti questi valori non ci sono bandiere, non ci sono colori, ma semplicemente c’è l’umanità. Siamo visti come invincibili, ma siamo essere umani con debolezze, fragilità e punti di forza. Funerale? Mi ha devastato a livello umano e personale perché è stato un momento magico con tantissima gente, ma tragico da un altro punto di vista perché lì ci siamo tutti resi conto che lui non c’era più. Questa esperienza mi ha insegnato a godermi tutte le persone care in ogni singolo momento. Per avere tanti ricordi come se queste persone rivivessero sempre”.