Ballardini sicuro: "Scudetto? La Juve è lì, ma non mi priverei di de Ligt"

Ballardini sicuro: “Scudetto? La Juve è lì, ma non mi priverei di de Ligt”

Davide Ballardini, ex allenatore di diversi club di Serie A, ha analizzato il calciomercato delle big, parlando anche di de Ligt.

Davide Ballardini, ex allenatore di Genoa e Palermo, ha rilasciato delle dichiarazioni a La Gazzetta dello Sport, toccando diversi temi. Ecco le sue parole: “L’Inter rimane la squadra più forte perché gioca un calcio pragmatico, di grande esperienza e di poche idee astratte. C’è grande sostanza, però l’ultimo campionato l’ha vinto con merito il Milan con un mix di belle idee, in primis le scelte e il lavoro di Pioli. E se il Milan prende Sanches e De Ketelaere fa un altro salto in alto. La Juve? È lì, con Inter e Milan, ma io non mi priverei di uno come De Ligt. Lukaku? Farà bene, è integro, nel pieno delle capacità e motivatissimo”.

Sull’esperienza al Genoa: “I problemi iniziarono a giugno, quando chiesi a Preziosi di lasciarmi libero per subentrare eventualmente a stagione in corso. Non pretesi nulla dal punto di vista economico, ma rifiutarono. Nonostante io volessi giocare con tre attaccanti, venderono Shomurodov alla Roma. Fui dunque costretto a giocare le prime due partite praticamente con la Primavera, poi arrivarono giocatori fuori forma o infortunati. Se fossi rimasto credo che il Genoa avrebbe lottato per la salvezza, magari con qualche scelta oculata a gennaio. Blessin? Ho visto una squadra compatta in difesa, ma poco pericolosa in avanti. A mio avviso bisognava sfruttare di più Destro. Mi piacerebbe ripartire da una squadra, possibilmente di Serie A, con giocatori che si sposano con la mia idea di calcio”.

Sull’infanzia del tecnico: “Mio nonno materno, Primo si chiamava, ci ha lasciato una tenuta a Bertinoro sulle colline romagnole. Ci passo del tempo senza fare niente, ogni tanto mangio un grappolo d’uva, perché della vigna si occupa chi ne capisce. Produciamo Albana, Sangiovese, Syrah, Merlot. Qui ho imparato a vivere, qui mi hanno insegnato che cosa significhino la reputazione e la parola data”.

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