Tuttosport ha intervistato l’avvocato Paco D’Onofrio. Il legale ha commentato gli sviluppi dell’inchiesta Prisma: “Il campo è quello, molto vasto, dell’articolo 31 del Codice della Giustizia Sportiva, riguardo le violazioni in materia gestionale ed economica. Il tema è quello delle “manovre stipendi”, dal momento che sulle plusvalenze la giustizia sportiva si è già espressa e, in assenza di elementi ulteriori particolarmente rilevanti, non tornerà sull’argomento“.
I rischi per la Juventus: “Il primo comma, che riguarda l’alterazione di documenti, prevede squalifiche per i dirigenti coinvolti, ma al massimo un’ammenda pecuniaria a carico della società. Il secondo, al contrario, può portare fino all’esclusione dal campionato di competenza e alla retrocessione, ma non è evidentemente questo il caso. Occorrerebbe dimostrare che l’alterazione dei documenti ha permesso l’iscrizione, altrimenti impossibile, al campionato. Uno scenario che non si pone, a giudicare dalla patrimonialità della Juventus. E quindi tutto si annida intorno al comma 3 dell’articolo 31, che prevede nello specifico ipotesi di irregolarità contabili riguardanti proprio il pagamento degli stipendi dei giocatori. La sanzione prevista, in questo frangente, è l’ammenda, ma nei casi più gravi si può arrivare fino a uno o più punti di penalizzazione“.
L’eventuale penalizzazione: “Non è semplice stabilirlo, perché il codice parla di “violazione delle disposizioni federali vigenti”. Ma il periodo in cui il campionato è stato sospeso a causa della pandemia rientra in un ambito straordinario e non ordinario, durante il quale però la Federazione non ha stabilito norme specifiche. E, così, ogni società si è organizzata in maniera autonoma per affrontare la crisi. La Procura della Figc potrebbe informarsi su come abbiano operato tutti i club, al fine di comprendere se qualcuno abbia deliberatamente agito in maniera diversa da come avrebbe potuto. Perché non è certo stata solo la Juventus ad adottare contromisure per fronteggiare lo stop alla Serie A, anzi“.
Le tempistiche: “La Procura dispone di 60 giorni, prorogabili a 90 e solo in casi eccezionali a 120, per decidere se archiviare il fascicolo o se notificare i deferimenti. Un primo passo già cruciale, perché in questa occasione emergerebbero gli eventuali capi d’imputazione. Poi il verdetto di primo grado deve arrivare al massimo entro 90 giorni dal rinvio a giudizio, anche se in genere i tempi sono più celeri. E si tenga conto del fatto che, in ambito sportivo, la sentenza di primo grado è esecutiva. L’eventuale processo, facendo una stima, si concluderebbe entro cinque mesi circa, quindi a stagione attuale in corso. Le sanzioni, a quel punto, andrebbero a incidere sul campionato in corso”. Intanto Elkann fa partire la rivoluzione sportiva dal mercato in uscita: possono salutare in 9<<<
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