In questi giorni in casa Juventus è scoppiata davvero una bufera. Da una parte, per quello che è successo in campo. La sconfitta con il Benfica e la conseguente eliminazione dalla Champions League hanno messo in subbuglio un ambiente già insoddisfatto per una prima parte di stagione davvero deludente. Dall’altra parte c’è ciò che succede in procura, con gli sviluppi dell’inchiesta Prisma.
La novità di oggi è che agli atti della Procura di Torino c’è anche una chat di WhatsApp, che secondo gli investigatori, costituirebbe la prova del raggiro al mercato sugli stipendi dei calciatori. A parlarne oggi è La Repubblica, che ne ha pubblicato alcuni stralci. Nella chat tra i giocatori, il 28 marzo 2020, Giorgiio Chiellini scriveva: “Ragazzi state tranquilli, vado dal presidente e firmo una scrittura a garanzia“. Il difensore poi avvertiva i compagni che sarebbe uscito un comunicato stampa “diverso” per “questioni di Borsa” e consigliava di non farne parola con i giornalisti.
Secondo la ricostruzione del quotidiano 17 calciatori avrebbero firmato insieme all’allora direttore Fabio Paratici una side letter che illustrava le modalità con cui i compensi sarebbero stati restituiti. In caso di addio si sarebbe trattato di una buonuscita, in caso di permanenza, di un loyalty bonus. Uno dei casi più eclatanti sarebbe quello di Cristiano Ronaldo, che si è sottratto all’interrogatorio. C’è inoltre un’intercettazione ambientale tra Federico Cherubini e Stefano Bertola, in cui il primo dice: “fortuna che… alla luce delle recenti visite (le perquisizioni, ndr) ci siamo fermati“. Per la Procura si tratta della prova della consapevolezza sulle plusvalenze fittizie.