Arrivabene: "Con Dybala c'era l'accordo, poi le cose sono cambiate"

Arrivabene: “Con Dybala c’era l’accordo, poi le cose sono cambiate”

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Maurizio Arrivabene, ad della Juventus, ha parlato di Dybala, Vlahovic e del progetto triennale del club bianconero.

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Maurizio Arrivabene, ad della Juventus, ha rilasciato una lunga intervista a Il Corriere dello Sport, trattando diversi temi. Ecco le sue parole sull’operato stagionale: “L’obiettivo di questa stagione era il passaggio agli ottavi e il posto Champions per la prossima. Raggiunto il primo, abbiamo proceduto partita dopo partita. L’uscita è stata spiacevole in assoluto, ma non cambia di una virgola i nostri piani. Si chiude un capitolo e se ne apre un altro, la società è focalizzata su un three years plan, un progetto triennale, nel quale – l’abbiamo tutti ben chiaro – deve coesistere l’aspetto finanziario con quello sportivo, i conti con i risultati del campo. Non abbiamo mai raccontato nulla di diverso, a partire dalla scorsa estate.”

Su Dybala: “In autunno avevamo trovato l’accordo, poi le cose sono cambiate. L’inverno scorso c’è stato l’aumento di capitale da 400 milioni, che serviva a aggiustare i conti, non per il mercato, in più aspettavamo la semestrale, di conseguenza si sono rese necessarie nuove valutazioni riassumibili nei quattro parametri: l’aspetto tecnico, il numero delle presenze effettive, la durata del contratto e il valore economico attribuibile al singolo giocatore. Parametri che devono essere rispettati. Abbiamo scelto di far slittare l’incontro semplicemente perché il tecnico ha voluto mettere in bolla la squadra, avevamo davanti a noi la partita di Genova e il ritorno di Champions. ll giorno dell’ultimo contatto con l’agente, non ricordo con precisione la data, ma era metà dicembre, alla domanda ‘possiamo ritenerci liberi?’, risposi sì, ma solo perché non avrei potuto chiudere l’operazione in quel preciso momento. Fu un atto di estrema onestà. Qualcuno ha scritto che a un certo punto sarei addirittura scappato da quella riunione. Scappato, capisce? Spiegai tanto all’agente quanto a Nedved e Cherubini che avevo un impegno personale inderogabile. Io non scappo. Pronta un’offerta al ribasso? Vediamo come si presenta Paulo, nulla è deciso.”

Su Vlahovic: “Noi facciamo calcio, l’aspetto finanziario non può azzoppare quello sportivo. Vlahovic e Zakaria sono acquisti fatti in funzione di questa stagione, ma soprattutto della prossima. L’accelerazione di gennaio ha motivazioni evidenti. Attorno a Dusan c’erano dei movimenti, in particolare di club stranieri. Abbiamo considerato che se ci fossimo spinti fino a giugno probabilmente non saremmo risultati competitivi nella sempre meno ipotetica asta con inglesi e spagnoli. Abbiamo verificato se ci fossero le condizioni per prenderlo subito, individuato le eventuali uscite in grado non dico di pareggiare l’investimento ma di renderlo sostenibile e nel preciso momento in cui i conti sono tornati abbiamo esposto il piano a Andrea e subito dopo al CdA, che l’ha autorizzato. I passaggi successivi sono stati l’incontro con Joe Barone, al quale abbiamo presentato l’offerta scritta, e poi, ottenuto il sì della Fiorentina, quello con gli agenti di Dusan. Avevamo già un accordo? Non è affatto vero, questo è un falso assoluto. Siamo un’azienda quotata e non ci possiamo permettere stravaganze. Ci siamo mossi soltanto dopo aver ottenuto il placet della Fiorentina. Abbiamo rischiato di finire sotto ricatto, certo, ma eravamo forti del consenso del giocatore che voleva solo la Juve. Se ci fossimo presentati da Barone con l’accordo con gli agenti ci saremmo ritrovati in una situazione identica, non crede? La Fiorentina avrebbe potuto alzare sensibilmente il prezzo. Tutto è stato fatto con la massima trasparenza secondo le regole. Non trascurerei il fatto che siamo riusciti a trattenere un talento assoluto all’interno del nostro sistema calcio.”

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