Maurizio Arrivabene, ad della Juventus, ha rilasciato delle dichiarazioni ad un evento organizzato da Il Corriere dello Sport. Ecco le sue parole: “In un mondo che parla di economia e finanza, la parola sostenibilità deve essere una colonna. Per quanto riguarda la competitività del calcio italiano rispetto ad altri campionati, credo che mantenere il decreto crescita sia già importante. Ovviamente non basta, è un piccolo passo. Bisogna fare un passo indietro e chiederci cosa sia il calcio di oggi rispetto alla nuova generazione che sta crescendo. Certi indicatori a livello globale fanno capire che c’è un calo di attenzione rispetto ai giovani. Ricordo conferenze stampa, parlando di competitività della Formula 1 e del nuovo che avanzava, ho allargato il tema dicendo ‘attenzione, oggi ci muoviamo all’interno dell’industria dell’intrattenimento’ se parliamo di giovani. Quindi come attrarre l’attenzione di ragazzi che sono i nostri clienti futuri. Ci confrontiamo non solo con altri sport, ma anche con l’industria dell’intrattenimento più in generale. PlayStation, Social Media e tutto ciò che potrebbero essere dei competitor”.
Sulle riforme: “Parlavamo delle giovanili, ma la federazione una riforma l’ha fatta. Se oggi giochiamo con un Under 23 è per la riforma voluta dalla federazione. Dobbiamo guardare gli altri come ha detto Capello. Avere dei riferimenti, per capire con umiltà. Se ci chiedessimo chi ha inventato la ruota probabilmente nessuno lo sa, ma è una cosa che ha aiutato la società a evolversi. Dobbiamo imparare non solo da quello che succede in Italia, ma anche da quello che succede all’estero. Ovvio che ci si scontra con la competitività del campionato. Una squadra fa investimenti perché deve vincere e si crea un circolo vizioso. L’intrattenimento che dobbiamo offrire può dare le basi per vendere il prodotto calcio Italia, dando una solidità che forse ci rende meno schiavi del raggiungimento obbligato del risultato. Secondo me per raggiungere lo scopo è di fondamentale importanza tra chi è il regolatore dello sport e chi ne è l’aspetto commerciale: trovare il giusto compromesso, evitare degli scontri è l’inizio di una soluzione che può andare bene per tutti. La Serie A sostiene il calcio italiano con il business che crea. Credo che un trovarsi e ragionare insieme serva assolutamente al calcio. Questo è ciò che vorrei dire e in cui credo”.
Su Ronaldo e gli addii previsti in questa sessione di calciomercato: “L’operazione i risultati li ha portati, ha portato anche una visibilità nel calcio italiano che è stata diversa. Non mi soffermerei solo su di lui, ma su un discorso più ampio. Se arriviamo a undici l’anno prossimo considerando che abbiamo liberato Dybala, Bernardeschi e forse Morata? L’anno prossimo faremo qualcosa che ci permetterà di fare meglio di quest’anno”.
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