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Ancora Arrivabene: “Juve al di sopra di tutto.Ad Allegri una squadra più adatta”

Il dirigente della Juventus Maurizio Arrivabene ha parlato in una lunga intervista concessa ai microfoni di Tuttosport. Dopo le parole sulla squadra e sul futuro, Arrivabene ha parlato anche a 360 gradi del mondo bianconero.

Quello che chiudiamo è un esercizio di bilancio ancora dolorosissimo, perché gli effetti della pandemia non sono ancora passati. Ci portiamo dietro uno zaino pieno di problemi generati anche dalla pandemia. La chiusura dello Stadium e del museo ha causato danni per 75/80 milioni di perdite su due esercizi, con una marginalità dell’80%, quindi parliamo di perdite pesanti. Al di là del Covid ci sono una serie di costi ad alta marginalità che hanno inciso. Le faccio solo un esempio: lo sa che Douglas Costa inciderà ancora sul prossimo bilancio della società? Non c’è solo il Covid, quindi. In quello zaino c’è una serie di problematiche e di costi. Non voglio fare nessuna critica, ma bisogna essere realisti. Una situazione di crisi non la risolvi con la bacchetta magica da un giorno all’altro. Quindi il bilancio al 30 giugno 2022 sarà ancora lacrime e sangue, però vedo un miglioramento nel futuro“.

“Se un rinnovo può diventare un costo troppo oneroso per l’idea che ci siamo dati sugli stipendi, se il giocatore non ha un valore tecnico pazzesco, allora: arrivederci e grazie. È inutile fare un rinnovo al rialzo che carica di ulteriori costi quello zaino, solo per avere un nome piuttosto che un altro. Noi partiamo con l’idea che c’è solo un nome che conta: Juventus. Quando sono entrato nel calcio non ho avuto la presunzione di dire: “Adesso cambio il calcio”, ma sono anche altrettanto fermo nel dire che il calcio non cambierà me. Io non faccio altro che seguire con grande disciplina la linea che ci siamo dati, soprattutto in un mondo in cui le abitudini diventano regole e servirebbe invece che le regole formassero buone abitudini. Poi c’è chi non mi conosce e dice cose terribili o bellissime, ma mi passa tutto. Dicono che non sia competente di calcio, per esempio. Beh, sostanzialmente è vero. Non devo essere io competente di calcio, devo esserlo Cherubini, deve esserlo Pavel, che si siede accanto a me durante le partite e mi spiega un sacco di cose. Lo dico ufficialmente, così non ci sono equivoci: non sono competente di calcio, ma so quello che voglio e so come lo voglio ottenere. E so quello che penso e il calcio non mi farà star zitto”.

“Il tifo per me deve essere a prescindere. O sei tifoso sempre o non puoi esserlo a puntate. Una volta ci sei e un’altra volta non ci sei e non fai sentire la tua voce. Per me il tifo deve essere coerente, costante e sano. Poi che sia cantato, urlato o altro non importa, basta che sia sano. Se tu utilizzi il tifo come una forma di ricatto nei confronti della società, come fai a essere un tifoso della Juventus? Sei un tifoso a puntate. Il nostro stadio non dovrà ospitare solo ed esclusivamente l’evento legato alla partita, dovrà allargare i suoi confini e diventare una forma di intrattenimento. Una forma di intrattenimento non ha necessariamente bisogno di urla, striscioni e di organizzazione. L’organizzazione deve essere quella della società che deve organizzare uno spettacolo che giustifichi il prezzo del biglietto. L’obiettivo è di portare le famiglie allo stadio, se poi invece dei cori del tifo organizzato sentiremo le voci dei bambini entusiasti…”

Allegri lo coinvolgiamo in tutto e lui ci coinvolge nelle scelte. Lui ha preso molto a cuore la strategia del club e abbiamo iniziato questa operazione insieme. Non è stata facile per nessuno, noi avevamo l’aumento di capitale, i costi della società da controllare e le strategie future mentre lui doveva gestire una squadra che si è trovato e che non ha costruito. Ora, grazie a quelle riunioni di cui parlavo e ad un gruppo dirigente molto compatto, si sta iniziando a costruire qualcosa di più adatto a lui. Noi agiamo secondo un piano. A sentire in giro, abbiamo comprato tutti e venduto tutti… Però, sono sincero, questo racconto del mercato mi affascina anche un po’. Ogni tanto leggo o vedo in tv dei nomi che non avevo mai sentito nelle nostre riunioni, quindi chiamo Cherubini per chiedergli: ma davvero stiamo trattando quel giocatore? E lui cosa risponde? “Hai bevuto?” (ride). No, scherzi a parte, cade dalle nuvole. Comunque la narrazione del calciomercato vissuta all’interno della società ha risvolti comici e quasi surreali”.

Per le Women la grande novità è il professionismo, un’evoluzione corretta. Noi riteniamo che investire sulle donne sia necessario e utile. Il nostro punto è dare loro pari dignità in tutto, anche nell’organizzazione. Oggi, infatti, hanno una struttura a parte che riferisce direttamente a me. Sulle Women bisogna investire perché è un settore in grande crescita: magari i risultati non si avranno subito, ma il futuro è sicuramente lì e abbiamo il miglior dirigente del settore in Stefano Braghin, spesso consultato anche a livello nazionale. L’obiettivo, per noi, sarà anche quello di eliminare la parola Women. E anche le parole Under 23. Dovrà esistere solo la Juventus. Come dicevo: Juventus sopra di tutto e tutti”.

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