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Il 7 aprile di 74 anni fa nasceva a Catania Pietro Anastasi, attaccante simbolo di un’epoca, che è diventato in poco tempo una bandiera della Juventus. Il classe ’48, dopo un’ottima stagione alla Massimiana in Serie D, passa al Varese, club con il quale resterà per ben due stagioni, una in cadetteria e l’altra nella massima serie. Proprio nella sua seconda stagione con i biancorossi, il bomber siciliano, strega la Juventus, che nel 1968 acquista Anastasi per 650 milioni di lire. Da quel momento inizia la sua gloriosa storia con la casacca della Vecchia Signora, legame che durerà per quasi dieci anni, più precisamente dal 1968 al 1976.
Dopo un iniziale periodo di adattamento, Anastasi ingrana pian piano e non esce più dal campo per molto tempo, formando con Bettega un tandem offensivo straordinario. I numeri ed i trofei certificano quanto di buono fatto dall’ex Varese nella sua avventura a Torino: tre Scudetti e 130 gol in oltre 300 presenze. Un’avventura interrotta soltanto da dissidi con l’allenatore del tempo, Parola, che mise fuori rosa per diverso tempo Anastasi, che in quel frangente era anche il capitano della squadra. Un legame che però non si ruppe, visto che l’attaccante catanese ha rappresentato un popolo intero, il Sud, e il classe ’48 era simbolo e idolo di tutti i cittadini del Mezzogiorno che lavoravano a Torino, facendo nascere quel fil rouge che ancora lega la Juventus agli abitanti meridionali.
Anastasi, dopo l’addio travagliato con i bianconeri, passa all’Inter, poi all’Ascoli ed infine al Lugano, ma il meglio della carriera è già stato dato nell’esperienza con Madama. Dopo il ritiro, l’attaccante siciliano sparisce un po’ dai radar, nonostante qualche ospitata in tv come opinionista. Nel 2020 Pietro Anastasi muore a 71 anni, a causa della SLA, che lo aveva colpito qualche anno prima. Nello stesso anno la FIGC lo inserisce nella Hall of Fame del calcio italiano.