Allan, ex calciatore del Napoli, ha rilasciato delle dichiarazioni a Il Corriere dello Sport, parlando anche della Juventus e dello Scudetto conteso nella stagione 2017-18. Ecco le sue parole: “Giocavamo un calcio raffinato, come nessun’altra squadra sapeva fare. In genere, nel calcio, viene ricordato chi vince; invece, fateci caso, se si cerca un riferimento tecnico del recente passato, spesso si cita quel Napoli. Una sintonia unica, la squadra più bella. Accadde alla vigilia, davanti alla tv, nel momento in cui ci rendemmo conto che era finita, perché la Juventus, che vinse in casa dell’Inter, a quel punto aveva un calendario agevolissimo. Capimmo, in quella serata, quanto sia difficile vincere il campionato in Italia. E fu sotto gli occhi di tutti. Noi ci trovammo senza energia, eravamo distrutti, quel risultato divenne per noi frustrazione”.
Sull’ammutinamento: “Sgombero il campo da una falsità: che i giocatori fossero contro Ancelotti. Mi venne incollato addosso il ruolo di uno dei promotori, che ho dovuto condividere con un paio di miei compagni, ad esempio con Lorenzo. Quella invece fu una scelta di gruppo e il Napoli sapeva che ritenevamo ingiusto andare in ritiro. Passai insieme ad Insigne come uno dei capi. Io che ero infortunato e che potevo non essere lì, che non giocai quella volta , scoprii di essere ritenuto un ideologo della sommossa. C’è chi aggiunse che ce l’avevo con Ancelotti, che è la persona più speciale che abbia incontrato e che dopo mi avrebbe voluto all’Everton. Ci furono malintesi che si sarebbero potuti chiarire, ma venne imposto il silenzio stampa e quindi fu impossibile parlarne. Se avessi potuto, avrei semplicemente detto che eravamo tutti al fianco di Ancelotti”.
Su Gattuso e il PSG: “Ho avuto ottimi rapporti anche con lui: da calciatore è stato un modello. Fu diretto con me e mi riteneva importante. La società mi propose il rinnovo però io volevo andare via, volevo sorridere. La mia immagine era stata macchiata mentre io sono una persona seria. PSG? Si può dire che era fatta. Se è stata una delusione? Sì, ma va contestualizzata. Io a Napoli ero felice e lo sono anche adesso che ci torno, però quella era un’opportunità veramente grande, anche per una nuova vita. Sembrava un’operazione utile a tutti, ma spuntò poi una richiesta ritenuta esagerata”.
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