[fncvideo id=656723 autoplay=true]Il presidente della Juve Andrea Agnelli, ha rilasciato delle dichiarazioni al termine del 25esimo anniversario dell’European Club Association, dove ha parlato anche dei tifosi e degli stadi vuoti.
“Buongiorno a tutti e benvenuti all’assemblea ECA virtuale – ha detto in collegamento da Torino -. Voglio augurare una buona giornata internazionale a tutte le donne e specialmente a quelle che lavorano nella nostra industria. Purtroppo oggi abbiamo dovuto tenere la conferenza online, speriamo di poterci presto incontrare in sicurezza, quando il piano vaccinale sarà stato portato avanti in giro per l’Europa. Ancora una volta voglio ringraziare tutto il personale medico. Prima di lasciare la parola ai nostri ospiti, voglio augurare il meglio a tutti i candidati per le elezioni del board dirigenziale ECA.
Non vedo l’ora di abbracciarvi tutti, la peculiarità del nostro lavoro è quella di cooperare anche sul campo. Abbiamo un’agenda molto fitta oggi. Non avrei voluto un’assemblea generale a distanza, ma questo è quello che abbiamo oggi. Non vi illustrerò tutta l’agenda, ma solo i topic principali. Si parlerà della pandemia da Covid-19 e di come portare a termine tutte le competizioni. Non siamo ancora nel centro della crisi, ma siamo ancora molto colpiti. Non abbiamo ancora i tifosi, i giocatori sono spinti oltre i loro limiti fisici visto che sono costretti a giocare in un calendario molto congestionato. Le perdite sono state attorno ai 6,5 miliardi e 8,5 miliardi nelle due stagioni, circa 360 club di prima divisione hanno bisogno di soldi per una somma di circa 6 miliardi, i top 20 club per quanto riguarda il reddito hanno fronteggiato una perdita di 1.1 miliardi nella stagione 2019/20. Questa crisi grava sulle spalle di tutti i club. Negli ultimi mesi si è palesato un interesse da alcuni grandi soggetti a livello finanziario sul calcio, basta pensare a cosa sta tuttora succedendo in Italia con la trattativa con i fondi. Ma penso anche a tante altre situazioni, a partire dalle fughe di notizie sull’interesse di JP Morgan nella Superlega. Questi soggetti non sono interessati alla solidarietà, ma nei ritorni dagli investimenti. Se cambiamo, possiamo guardare a questi investimenti. Calcio, economia e politica sono al bivio.Dobbiamo intercettare queste possibilità e agire, altrimenti rischiamo di implodere. C’è del potenziale per un futuro luminoso. È nostro dovere quello di intercettare un cambiamento, altrimenti il rischio è quello di implodere”.