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di Marco Guido
Cristian Zenoni, attuale allenatore della Berretti del Monza ed ex giocatore della Juventus e della nazionale ci ha cortesemente rilasciato in esclusiva un’intervista. Ecco le sue parole:
Ha giocato nella Juventus di Lippi si sente ancora con qualche ex compagno? Se si, con chi?
“L’unico con cui ho mantenuto un vero legame è Lilian Thuram con il quale avevo già un rapporto speciale quando giocavamo insieme. Tra l’altro ci siamo visti da poco in Francia dove mi ha invitato a giocare una partita. Lilian lavora per la Federazione Francese e si occupa del tema legato al razzismo”.
I campioni erano tantissimi in quella formazione, c’era uno in particolare uno che l’ha colpita?
“C’erano talmente tanti campioni che non riesco a ricordarne uno in particolare. Per ogni reparto c’erano tantissimi straordinari giocatori come Nedved, Del Piero, Thuram, Montero, Buffon, Trezeguet o Davids e potrei andare ancora avanti, era una rosa davvero completa e fortissima”.
Se la ricorda la triste notte di Manchester quando avete perso la finale di Champions League contro il Milan? Siete stati condizionati dall’assenza di Nedved?
“Purtroppo in quella partita ero in tribuna perché stranamente tutti i giocatori erano disponibili e quindi io ed altri come ad esempio Salas non siamo nemmeno andati in panchina. E’ stata naturalmente una sconfitta pesante al termine di una partita che non è stata spettacolare. Purtroppo la lotteria dei rigori ci ha negato la gioia di alzare la coppa al cielo. Quella era comunque stata una stagione esaltante visto che, oltre a raggiungere quella finale, avevamo conquistato lo scudetto. Nedved era un giocatore che poteva spostare gli equilibri e sicuramente noi siamo stati penalizzati dalla sua assenza”.
Pensa che questa Juventus sia la più forte di tutti i tempi? E’ la favorita per vincere la Champions?
“E’ difficile dire se quella di quest’anno è la Juve più forte di tutti i tempi perché cambiano le generazioni anche se sicuramente è fortissima in tutti i reparti ed ha una rosa completa, costruita per vincere sia in campionato italiano che in europa. In Italia si sta dimostrando anche sul campo la più forte, in Europa è partita molto bene, speriamo che possa arrivare fino in fondo”.
Ha giocato due amichevoli con l’Italia, che ricordi ha della nazionale? Si ricorda di aver giocato contro un giovanissimo Modric?
“Ricordo con affetto soprattutto la prima convocazione arrivata nel 2001 quando giovanissimo sono stato convocato da mister importante come Trapattoni tra l’altro insieme a mio fratello, è stata una doppia soddisfazione anche perché giocavo nell’Atalanta e non in un top club. La seconda convocazione invece è arrivata nel 2006 quando giocavo nella Sampdoria ma era un’Italia sperimentale con tanti emergenti anche se vestire la maglia della nazionale è sempre una grande emozione. Della partita che ho giocato a Livorno di Modric me ne ricordo benissimo perché quando lo affronti sul campo capisci la sua grandezza anche se allora non era conosciuto e famoso ma pur non avendo una grande fisicità si è subito fatto notare facendo vedere le doti che lo hanno portato ai palcoscenici più importanti al mondo”.
Cosa pensa del nuovo ciclo targato Mancini?
“In Italia da un po’ di tempo secondo me bisognerebbe cambiare qualcosa per aiutare il nostro calcio ed il commissario tecnico. Negli ultimi anni la nazionale ha fatto fatica ma non sono solo gli allenatori i colpevoli di queste difficoltà. Purtroppo non abbiamo i campioni come Baggio, Totti o Del Piero ma abbiamo tanti ottimi calciatori che però faticano a trovare spazio nei propri club e di conseguenza la nazionale ne risente”.
Oggi è un allenatore, da quale tra i tanti allenatori che ha avuto nel corso della sua carriera crede di aver imparato maggiormente ed utilizza nella sua metodologia?
“I primi due nomi che mi vengono in mente sono Vavassori e Prandelli che mi hanno fatto crescere nel mio percorso nel settore giovanile dove adesso sono impegnato. Mi hanno lasciato tantissimo sia dal punto di vista umano che sportivo poi non posso dimenticare allenatori importanti come Novellino, Lippi e Mazzarri che mi hanno lasciato qualcosa poi io sto cercando di sfruttare tutte le conoscenze per il mio lavoro quotidiano”.
E’ allenatore della Berretti del Monza, l’arrivo del nuovo presidente Berlusconi, ha cambiato già qualcosa nel quotidiano della società brianzola? ha già avuto modo di incontrare lui o Galliani?
“Il closing è stato ufficializzato una settimana fa. Siamo curiosi anche noi di vedere i cambiamenti che ci saranno perché Berlusconi e Galliani sono una garanzia visto il loro passato. Speriamo che ci diano la possibilità di poter lavorare come avevano fatto in passato al Milan, sperando di raggiungere palcoscenici più prestigiosi rispetto all’attuale Serie C”.
C’è un giocatore che le assomiglia nel modo di giocare? cosa ne pensa di Cancelo?
“Il giocatore a cui sono particolarmente affezionato è Andrea Conti un po’ per caratteristiche e un po’ perché è cresciuto nell’Atalanta come me. Peccato che adesso sia infortunato, spero di rivederlo presto in campo. Cancelo secondo me ha tutte le potenzialità per affermarsi come uno dei migliori terzini nel mondo, giocare nella Juventus non è facile perché bisogna sempre vincere ma lui ha sicuramente tutte le qualità per diventare uno dei migliori a livello mondiale”.
Ringraziamo Cristian Zenoni per la cortese disponibilità.