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ESCLUSIVA BERTOTTO: “DE LIGT HA TUTTO PER DIVENTARE UNO DEI PIU’ FORTI IN ASSOLUTO”

di Marco Guido

Valerio Bertotto, ex capitano dell’Udinese nella quale ha militato per ben 13 stagioni, ci ha rilasciato un’esclusiva intervista nella quale abbiamo parlato della sfida che Domenica si disputerà allo Juventus Stadium tra i padroni di casa ed i friuliani. Ecco cosa ci ha raccontato:

Hai avuto contatti con qualche squadra? Se si, quali? “Sono in attesa di un progetto, la voglia è sicuramente tantissima. Visto che in Italia sembra tutto piuttosto complicato, sono anche disposto ad intraprendere un’esperienza all’estero, non avrei nessuna difficoltà ad approcciarmi in maniera differente. Ho la voglia di lavorare con continuità e quindi se non arriva dall’Italia sono disposto a spostarmi all’estero per poter iniziare un nuovo percorso”.

Domenica si gioca Juventus-Udinese, che partita ti aspetti di vedere? “La Juve ha la necessità di vincere perché deve cancellare la partita contro la Lazio e deve rimanere vicina allo scudetto e quindi all’Inter. L’impegno di Champions League è stato sostanzialmente una formalità visto che la squadra di Sarri aveva già matematicamente conquistato il pass per il turno successivo e quindi saranno concentratissimi sull’impegno di campionato. L’Udinese avrà una partita sicuramente difficile perché la Juve è sempre difficile da affrontare anche perché i friuliani hanno la necessità di fare punti anche se nell’ultimo turno hanno conquistato un ottimo pareggio contro il Napoli. A Torino ci vorrà una determinazione massima per poter raggiungere un risultato positivo”.

Ti ha sorpreso la flessione della Juventus? “In linea di massima ci può stare un periodo di flessione, gli impegni sono sempre tanti e, anche se la rosa è ampia, ci sono diverse defezioni. Il pallone è rotondo, non sempre le cose programmate sulla carta, arrivano come previsto. Hanno un allenatore molto preparato e capace, una rosa di primissimo ordine ed una società con la “s” maiuscola, ci sono sempre i presupposti per far benissimo anche in un momento come questo che sembra di parziale difficoltà”.

Nonostante le difficoltà, credi che l’impronta di mister Sarri si stia intravedendo? “Ci sono delle differenze perché ci sono delle richieste diverse nell’impronta di gioco. Tutto va modulato agli uomini e all’interpretazione che questi danno alla tua idea di gioco, quindi anche l’abitudine per calciatori di primissimo livello ad un nuovo stile di gioco necessita un po’ di tempo, è fisiologico. Alla lunga comunque i risultati arriveranno”.

Ti chiedo un giudizio su De Ligt, credi che potrà diventare un perno della difesa bianconera del futuro? “Penso che De Ligt abbia le doti per diventare uno dei più forti in assoluto. E’ giovanissimo e si è scontrato con una realtà come quella italiana dove la tattica la fa da padrona: non devi solamente saper gestire la tua prestazione singola ma devi anche saper lavorare di reparto. In un calcio come il nostro che è basato sulla cura del reparto, ha avuto qualche difficoltà iniziale ma il talento e le qualità per diventare un grande difensore ci sono tutte”.

Ti hanno sorpreso l’esonero di Tudor e la conseguente “promozione” di Gotti sulla panchina bianconera? “Purtroppo con Tudor le cose non andavano benissimo, hanno subito una pesante sconfitta che ha un po’ incrinato tutto. Gotti è stata la scelta di continuità perché era già all’interno dello staff, era un assistente e quindi la società ha ritenuto che le qualità tecniche e morali del mister e l’ottimo rapporto costruito coi giocatori fossero assolutamente in linea con la loro richiesta. La società ed il direttore Pierpaolo Marino, che penso abbia una competenza superiore alla media, sanno assolutamente cosa è meglio per l’Udinese”.

C’è un allenatore tra i tanti che hai avuto nel corso della tua carriera a cui ti ispiri nel tuo lavoro? Se si, chi? “Ho avuto la fortuna di averne avuti tanti bravi. Nel mio percorso all’Udinese ad esempio in periodo differenti quelli che mi hanno lasciato un’impronta importante su cui poi lavorare con le mie idee sono stati Zaccheroni e Spalletti. Mi sono trovato molto bene anche con Beretta a Siena ed ho appreso anche da Trapattoni in nazionale. Diciamo che ho rubacchiato un po’ da tutti”.

Ringraziamo naturalmente Valerio Bertotto per la cortese disponibilità.

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