di Marco Guido
L’ex esterno Attilio Lombardo che, dopo una vita vissuta alla Sampdoria disputò due stagioni con la maglia della Juventus ed altrettante con quella della Lazio, ci ha rilasciato un’esclusiva intervista nella quale abbiamo parlato naturalmente della doppia sfida di Domenica. Ecco cosa ci ha raccontato:
Dopo aver concluso la tua esperienza al Torino insieme Mihajlovic ho letto che la tua intenzione è quella di iniziare ad allenare in prima persona. Avevi deciso di non seguire il serbo nell’avventura terminata subito nello Sporting Lisbona? Hai avuto contatti e offerte? “Non avevo seguito Sinisa in Portogallo. Al momento non ho avuto contatti ed offerte e quindi se non arriverà nulla entro la fine del mese, vedremo quest’estato cosa succederà”.
Domenica si gioca Lazio-Juventus, che partita ti aspetti di vedere? “Come tutti mi aspetto una partita bella perché Lazio-Juventus è sempre stata una delle partite più belle degli ultimi tempi, ricordo ad esempio quella vinta dai biancocelesti a Torino. Si affrontano due squadre distanti come punteggio in classifica: la Juventus è chiaramente forte ed imprevedibile; per la Lazio è una partita credo decisiva per la sua crescita perché a parte quella vittoria allo Juventus Stadium, ci sono sempre state sconfitte con le big. Mi auguro per loro e per Simone Inzaghi in particolare che possa essere un po’ la partita della svolta”.
La Lazio sembra faticare contro le grandi e Domenica non potrà schierare Acerbi, Luiz Felipe e Marusic, credi che la rosa biancoceleste sia attrezzata per sopperire a queste assenza?“Acerbi ha trovato la sua dimensione giusta e sta disputando un campionato strepitoso ed è un peccato per la Lazio che manchi però credo che le risorse della Lazio sono buone che possono mettere in difficoltà la Juve, dipenderà tutto dall’approccio. E’ vero che mancheranno dei giocatori importanti però a volte queste assenze alle volte fanno raddoppiare le forze a chi scende in campo”.
Credi che la squadra di Simone Inzaghi possa qualificarsi per la Champions League? “A parte i primi tre posti, credo che sia tutto possibile. Credo che rispetto agli anni passati ci sono diverse squadre che possono ambire ai posti che valgono una qualificazione europea, a partire dal Torino, Sampdoria, Atalanta e il Parma. Ci sarà una bella lotta per i primi sei posti”.
Nella partita contro il Chievo Allegri ha deciso di puntare su due esterni larghi come Bernardeschi e Douglas Costa, pensi che questa disposizione sia efficace e possa essere utilizzata nuovamente? “E’ un modulo che mi piace ma non credo che lo utilizzerà a Roma anche perché rientrerà Pjanic e quindi inserirà due interni tra Matuidi, Khedira, Emre Can e Bentancur che sta disputando una stagione strepitosa; davanti credo che vedremo Douglas Costa, Dybala e Ronaldo. Rientrerà Bonucci e credo che rivedremo la Juventus “tipo””.
Credi che Cristiano Ronaldo con un crossatore come Lombardo segnerebbe più di quanto non faccia già adesso? “Ronaldo ha dei compagni che gli mettono tanti cross in area: Cancelo, Douglas Costa, Alex Sandro, Bernardeschi e Dybala. Nell’ultimo periodo il portoghese ultimamente ne ha fatti pochi di testa ma è un giocatore talmente completo che se avesse più cross, sarebbe ancora più decisivo”.
Sei un esperto di Champions League visto che hai disputato una finale con la Sampdoria e ne hai vinto una bianconero, credi che la squadra di Allegri possa passare il turno contro l’Atletico Madrid? “La Juventus non è stata fortunata perché l’Atletico è una squadra che non fa giocare gli avversari. Sarà molto difficile e impegnativa per i bianconeri anche se singolarmente la squadra di Allegri è superiore. L’organizzazione di Simeone sarà difficile da battere anche perché andare a vincere a Madrid non sarà facile, lasceranno pochi spazi. La Juve ha tantissimi giocatori poi che possono decidere la gara con un’invenzione in qualsiasi momento”.
Dopo una vita passata alla Sampdoria, decidesti di passare in bianconero. Quali furono le ragioni di quella scelta? “E’ stata una decisione presa dalla società blucerchiata per questioni economiche. Ogni anno la società decideva di vendere un giocatore e quell’anno toccò a me per questioni di bilancio. Io non volevo lasciare Genova ma per fare un favore alla famiglia Mantovani accettai, ma sarei rimasto a vita alla Samp”.
La tua esperienza a Torino seppur molto vincente non iniziò benissimo, che ricordi hai di quelle due stagioni? “E’ stata un’esperienza fantastica al di la delle vittorie. Quella squadra rispecchia un po’ quello che sta facendo quello attuale. Quel gruppo riuscì a raggiungere tre finali consecutive di Champions League, vincendone una; conquistammo la Supercoppa Europea, la Coppa Intercontinentale, Coppa Italia e campionato. Una squadra fortissima costruita sull’orgoglio e sulla voglia di non mollare mai, che ricorda appunto quella attuale”.
L’allenatore a cui sei più affezionato e che magari ti ispirano nel tuo lavoro quotidiano? “Ho allenato nel settore giovanile, in Lega Pro ed ho fatto il secondo con Mancini, Di Matteo e Mihajlovic. Sono stato allenato da tecnici molto bravi come Marcello Lippi ad esempio. Diciamo che quello che si avvicina di più al mio credo è Roberto Mancini a cui piace lanciare i giovani ed avere una filosofia d’attacco: lui era un attaccante ed io un esterno d’attacco ed anche per questo ci piacciono le squadre che con equilibrio siano propense ad attaccare per cercare sempre la vittoria”.
Progetti e ambizioni per il futuro? “Mi auguro di poter far l’allenatore anche se nel calcio non c’è nulla di scontato. Mi auguro che possa arrivare una chiamata di qualche squadra.”
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