di Marco Guido
L’ex attaccante della Juventus e del Parma, Amauri ci ha rilasciato un’esclusiva intervista nella quale abbiamo parlato della sfida del Tardini che vedrà affrontarsi le sue due ex squadre. Ecco cosa ci ha raccontato:
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Sabato si gioca Juventus-Parma, sicuramente una partita speciale per te. Che partita ti aspetti di vedere? “Sono due squadre nelle quali ho avuto il piacere di giocarci. Il Parma viaggia sulle ali dell’entusiasmo per quello che ha fatto in questi anni anche se ha perso una partita incredibile contro la Spal. Giocano contro la prima della classe ed è sempre molto stimolante. Cercheranno di battere la prima della classe che sta facendo un campionato strepitoso”.
La Juve è apparsa un po’ meno brillante nelle ultime gare, credi che lo staff tecnico abbia caricato i giocatori per farli rendere al meglio nella parte finale della stagione? “Credo che tutte le squadre vivano sempre un momento non particolarmente brillante anche se la Juve ha talmente tanti campioni che possono decidere la partita in qualsiasi momento, che riesce comunque a vincere. Fino alla sosta invernale sono stati incredibili, poi è probabile che abbiamo lavorato per poter arrivare alla perfezione alla gara di Champions League che giocheranno tra venti giorni”.
Pensi che la società bianconera avrebbe dovuto rinforzarsi in questa finestra di calciomercato? “Credo che non ci sia bisogno di altro. Se ne è andato Benatia ed è arrivato Caceres che conosce già l’ambiente. Sicuramente se fosse arrivato Pogba sarebbe stato straordinario, avrebbe rafforzato un organico che è già completo in ogni reparto”.
Credi che il giovane Kean faccia bene ad ascoltare i consigli di Allegri rimanendo alla Juve o dovrebbe provare un’esperienza in una squadra dove giocherebbe con più continuità?“Se un allenatore ti dice di rimanere, è meglio sicuramente ascoltarlo. Bisogna andare via quando manca la stima ma il tecnico se si è sbilanciato vuol dire che ha già in testa qualcosa e quindi credo che abbia fatto bene a rimanere”.
Che ricordi hai dell’esperienza vissuta in Emilia dove hai segnato parecchio? “Ho un ricordo bello perché Parma mi ha aperto la porta quando erano iniziati i miei problemi alla Juve. La squadra emiliana aveva bisogno di un centravanti con le mie caratteristiche che poteva aiutare per raggiungere la salvezza. Non è stato facile lasciare Torino e sposare una situazione complicata come quella che stava vivendo la società gialloblu ma alla fine abbiamo tutti vinto la scommesso. Si è creato un rapporto talmente bello che sei mesi prima che finissi il campionato con la Fiorentina, mi hanno fatto firmare già il contratto per la stagione successiva. Ho fatto bene e gol per conquistare l’Europa League con Donadoni ma di Parma ricordo solo l’affetto di tutti”.
Hai lasciato il Parma poco prima del suo fallimento: avevi percepito qualche segnale o per la squadra appariva tutto nella norma? “Nessuno si poteva immaginare che potesse andare a finire così. Il club aveva qualche problema perché pagava gli stipendi in giorni diversi ma giocavamo sulle ali dell’entusiasmo alla conquista di raggiungere l’Europa League e quindi nessuno si è accorto di questi problemi. Per me è stata una sorpresa quando una settimana dopo la conclusione del campionato mi ha chiamato il mio procuratore dicendomi che rischiavamo di non partecipare all’Europa League perché non era stato effettuato un pagamento da parte della società ducale. All’inizio della stagione successiva abbiamo iniziato a percepire maggiormente che c’era qualcosa che non andava ma nonostante tutto abbiamo disputato regolarmente il ritiro pre-campionato e le amichevoli estive. Pensavamo che tutto si potesse risolvere ed invece non è stato così. E’ stato un grosso dispiacere vedere una piazza come Parma fallire e dover ripartire dalla Serie D”.
Sei passato al Torino nell’ultimo giorno di mercato: chiedesti tu la cessione o fu la società a decidere? “Sono andato al Torino per tre ragioni: mi ha chiamato direttamente l’allenatore Ventura, poi mi ha chiamato il presidente del Parma dicendomi che se potevo andare al Torino, li avrei aiutati perché ero uno dei giocatori con lo stipendio più elevato. E la terza che volevo a 35 anni giocare l’Europa League”.
Quagliarella sta vivendo una seconda giovinezza, credi sia giusto che Mancini lo convochi in nazionale? “La convocazione è meritatissima per quello che sta facendo. Non c’è età per quello che sta facendo”.
L’allenatore a cui sei più affezionato tra i tanti che hai avuto? “Non ho mai avuto grossi problemi con nessun allenatore. Ti cito sicuramente Pillon che in un momento difficile della mia carriera quando a 24 anni non sapevo ancora se ero un giocatore da A o B e lui mi ha dato tutta la stima rifiutando la mia cessione dicendo che io ero il suo centravanti. Dopo che sono esploso sono andato al Palermo dove ho trovato Guidolin che mi ha migliorato moltissimo col suo metodo di insegnamento. E’ un allenatore che non parla tanto ma che riesce comunque a far capire tantissimo ai giocatori. Poi ho avuto Ranieri, Donadoni con cui ho avuto un rapporto eccezionale. Ringrazio sicuramente Prandelli che mi ha dato la possibilità di arrivare alla nazionale ed infine qui in America ho avuto due allenatori come Caio e Savarese coi quali mi sono trovato benissimo”.
E intanto Paratici e Agnelli non si fermano: attenzione alle ultime clamorose novità di mercato in casa Juve arrivate proprio in queste ore: >>>CONTINUA A LEGGERE
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