di Marco Guido
L’ex ala svedese del Manchester United campione d’Europa nel 1999, del Milan e anche del Parma prossima avversaria della Juventus in campionato, Jesper Blomqvist ci ha rilasciato un’esclusiva intervista nella quale abbiamo parlato del momento attuale del calcio europeo. Ecco cosa ci ha raccontato:
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Cosa fa adesso Jesper Blomqvist? “Sono co-proprietario di una pizzeria napoletana qui a Stoccolma che si chiama “450 Gradi” da più di un anno e la settimana scorsa abbiamo vinto per il secondo anno consecutivo il premio del Gambero Rosso internazionale come miglior pizzeria di Stoccolma. Il calcio? Lavoro ancora un po’ per il Manchester United sia come partnership che come partite “Legends”, poi sono nel direttivo di una società dove vivo. Penso poi che inizierò a fare l’allenatore nella squadra di mio figlio”.
Pensi che la Juventus possa vincere la Champions League quest’anno? “E’ sicuramente tra le favorite ed è una squadra che è tra i top da tanti anni e quest’anno si sono ulteriormente migliorati. Mi ha impressionato il fatto di rimanere al top in Europa, trovare questa continuità non è facile. Ho assistito dal vivo alla partita giocata all’Old Trafford tra Manchester e Juve ed i bianconeri hanno dimostrato di esser superiori”
Ti ha sorpreso il passaggio di Cristiano Ronaldo dal Real Madrid alla Juventus quest’estate? “Devo ammettere che mi ha sorpreso, non me lo aspettavo ma ha chiaramente reso la Juventus più competitiva. Ha anche avuto l’effetto di rendere più attraente la Serie A anche all’estero”.
Sabato si gioca Parma-Juventus. Tu hai vissuto una stagione in Emilia, che ricordi hai di quell’esperienza? “Venivo dal Milan che all’epoca era uno dei club più importanti al mondo ed il Parma anche se in Italia stava aumentando la propria importanza era comunque un club più piccolo dove però mi trovavo meglio. Parlavo anche un po’ di italiano ed è stato più facile ambientarsi, era tutto più facile; mi sono trovato davvero bene ma poi dopo che è andato via Ancellotti è arrivato Malesani che però non puntava su di me”
Dopo solo una stagione abbandonasti l’Emilia per passare al Manchester United. Come decidesti di lasciare l’Italia? “Mi ricordo che mi chiamò il mio procuratore, il quale mi disse che il nuovo allenatore voleva cambiare il modulo di gioco e non avrebbe puntato su di me. Avrei potuto rimanere e lottare per il posto ma poi è arrivata la chiamata del Manchester United. Era la terza volta che Ferguson cercava di acquistarmi, dopo il 1994 ed il 1996 quando andai al Milan, sapevo che lui mi voleva e la prima stagione siamo riusciti a conquistare la Champions League”.
Si parla ancora di quel famoso cartellino giallo subito da Keane nella semifinale che gli fece perdere la finalissima col Bayern e di quella occhiataccia che l’irlandese ti diede. Come andarono poi le cose? “Ovviamente si è arrabbiato ma è finito tutto li in campo. La sua assenza ci ha fatto soffrire nella finale di Barcellona perché lui era forse il giocatore più importante per la nostra squadra”.
C’è un giocatore svedese che secondo te ha le potenzialità per diventare un top player a livello mondiale? “Diciamo che Lindelof è un difensore che sta facendo molto bene al Manchester, è un difensore molto bravo con la palla e nell’uno contro uno. Se lui continua a crescere può diventare un top player nel suo ruolo, sta giocando benissimo sia nella nazionale che nel Manchester”.
Sulla panchina del Manchester United sta facendo molto bene il tuo ex compagno di squadra Solskjaer. Credi che il norvegese sia solo un “traghettatore” o potrà rimanere anche in futuro sulla panchina dei red devils? “E’ una domanda molto difficile. Ovviamente lo United ha cercato un allenatore per terminare la stagione al meglio ma adesso lui sta facendo davvero bene. I giocatori ed i tifosi si trovano benissimo con lui e chiaramente meglio farà , più difficile sarà sostituirlo. Manca ancora però molto alla fine della stagione. Mi piace il suo rapporto anche coi media perché la peculiarità del Manchester United è quella di attaccare e questo non si può cambiare. Gli ultimi allenatori che si sono seduti su quella panchina hanno la loro filosofia ma per i tifosi dei Red Devils è essenziale giocare all’attacco. Dopo vent’anni con Ferguson è praticamente impossibile cambiare la mentalità dei tifosi che soffrono quando vedono la loro squadra non attaccare e cercare di vincere ogni partita”.
Il ricordo più bello della tua carriera? “Ovviamente la finale di Champions League vinta col Manchester United contro il Bayern Monaco; poi anche il mondiale USA 1994, fui il più giovane svedese a disputare una fase finale di un Mondiale. Infine la Champions League del 1994 col Goteborg quando riuscimmo a vincere il girone sconfiggendo sia Manchester United che Barcellona ed abbiamo perso nei quarti di finale contro il Bayern Monaco ma avremmo meritato di vincere”.
Sei ancora in contatto con qualche tuo ex compagno di squadra italiano? “Purtroppo devo dirti di no ma mi dispiace perché vengo spesso in Italia sia per lavoro che in vacanza. Ricordo che Maldini e Boban parlavano inglese e mi hanno aiutato ad inserirmi poi ho studiato la lingua italiana”
Ringraziamo naturalmente Jesper Blomqvist per la cortese disponbilità.
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