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L’attaccante della Florentia San Gimignano e della Nazionale Italiana, Sofia Cantore, ha rilasciato una lunga e interessante intervista al sito della FIGC in cui ha parlato anche della sue esperienza con la Juventus Women ma anche di come ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo del calcio: “Ho iniziato nell’oratorio di Missaglia, il mio paese, giocando con i ragazzi che tuttora sono miei amici. Giocavamo a sette, sono rimasta con loro fino ai 13 anni. Giocare con i maschi mi ha dato una marcia in più per gli anni successivi, l’idea di dover sempre dare qualcosa in più. A livello di relazioni non ho avuto alcun problema, erano tutti miei amici. Magari la presenza di una ragazza era notata dalle squadre avversarie, poi mi vedevano giocare e a fine partita mi facevano i complimenti”.
Sofia Cantore ha poi continuato dicendo: “Punti forti? La velocità e l’esplosività sui primi passi. Potrei migliorare dal punto di vista tecnico e dopo aver giocato alcuni anni sia da esterno che da attaccante, vorrei imparare a ricoprire meglio un ruolo specifico. Sono abbastanza soddisfatta della mia stagione, anche se avrei potuto fare di più. Mancano ancora cinque giornate e dobbiamo fare di tutto per poter arrivare al sesto o anche al quinto posto”. Poi ha parlato dell’esperienza bianconera: “Sono arrivata alla Juventus Women grazie a Rita Guarino, che mi aveva già allenato nella Nazionale Under 17. È stato un anno fantastico e la vittoria dello Scudetto è stata davvero una grande emozione. Eravamo un gruppo molto affiatato e il giorno dopo la vittoria abbiamo subito deciso di andare a Milano Marittima, dove abbiamo festeggiato per tre giorni. È stato bellissimo. Nel 2018 invece è arrivato l’infortunio al ginocchio che mi ha tenuto fuori tutta la stagione. Col passare del tempo vedere le altre, soprattutto le mie coetanee, giocare e migliorare mentre io ero impegnata nella riabilitazione, beh, questo mi ha rattristato, ma quando sono rientrata ho capito quanto sia importante giocare con continuità”.
Poi ha parlato degli obiettivi in Nazionale: “Quando contro la Danimarca mi è stato detto che toccava a me, non ho capito più niente. Sono anche inciampata perché c’erano dei gradini da salire per entrare in campo e ho rischiato di scivolare. Non me l’aspettavo ed è stata veramente una bella emozione. Le giovanili azzurre sono importanti perché ti danno un’esperienza internazionale che poi ti porti dietro nella tua carriera. Ora che sono in Nazionale maggiore riconosco la filosofia di gioco che ho appreso negli anni trascorsi con le Under, anche se qui il livello è molto più alto. Il mio sogno è quello di essere tra le convocate per gli Europei. So che è un percorso difficile, perché manca ancora un anno e perché solo chi lo meriterà veramente andrà agli Europei. Io ci proverò”.