TORINO – Walter Veltroni ha parlato dalle colonne de La Gazzetta dello Sport di Massimiliano Allegri.
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“Ora c’è un nemico dal quale guardarsi: la rissosità emotiva dei social e la inutile trasformazione di quelle minoranze biliose nel «sentimento dell’opinione pubblica». Anche ai media più autorevoli bastano cento o, peggio, mille tweet per fare il titolo «la rete esplode». Mille, o anche diecimila, in un paese di 60 milioni di abitanti. Ma il rilancio di quel fiele lo fa entrare in circolo, crea una zona di emotività assurda che spinge, chi deve, a decisioni prive di lucidità e di prospettiva. È successo, in questi giorni, dopo l’eliminazione della Juve. Il popolo del pollice su e pollice giù – cascami dei bruti che al Colosseo pensavano di decidere la morte di un povero gladiatore, che invece era poi affidata all’unico dito che contava, quello dell’imperatore – si è lanciato nella propria giustizia sommaria. Ecco così che improvvisamente Allegri è diventato un incapace e la Juve ha sbagliato tutto. Probabilmente, nel giorno in cui questo articolo uscirà o comunque la domenica dopo, la squadra bianconera conquisterà il suo ottavo scudetto consecutivo. Ci si rende conto di queste parole? Non hanno precedenti nella storia del calcio italiano. Otto scudetti, 4 volte la Coppa Italia e 4 la Supercoppa. Sto parlando del ciclo della presidenza di Andrea Agnelli. La Juve, prima di lui, navigava al 7° posto, aveva conosciuto l’onta della B. Lo squadrone di Sivori e Charles vinceva al massimo la Coppa delle Alpi. La Juventus è una delle cinque squadre più importanti d’Europa, un giocatore come Ronaldo decide di vestire quella maglia… Ma ora l’allenatore, che era un genio dopo la mossa «Can» nella partita con l’Atletico, è diventato il nemico di una parte del mondo social. Siamo chiari: Conte e lui hanno fatto vincere alla Juventus otto campionati, talvolta dominandoli. È la solita sindrome nazionale di salire sul carro del vincitore di turno e di lapidare lo sconfitto di turno. Fino alla follia di pseudotifosi che annunciano di non voler festeggiare la meraviglia dell’ottavo scudetto della loro squadra. La Juventus è un progetto solido”.