TORINO – Oggi la Juventus Under 23 torna in campo dopo 125 giorni e si gioca un trofeo. La seconda squadra bianconera affronterà, alle 20:45, al Dino Manuzzi di Cesena, la Ternana per la finale di Coppa Italia di Serie C. Una finale conquistata dopo un percorso lungo e che ha messo sulla strada dei ragazzi di Mister Pecchia ostacoli non facili da superare, ma affrontati sempre con lo spirito giusto. Lo stesso spirito messo negli allenamenti dalla ripresa, per focalizzarsi al massimo sul finale di stagione.
IL CAMMINO DELLA JUVE
Tutto è cominciato la scorsa estate. Era il 4 agosto 2019 e ad Alessandria arrivava la Pergolettese, per la prima gara del girone C. L’avvio somiglia subito a una bella promessa: 2-0 con le reti bellissime di Pietro Beruatto e Idrissa Toure, casualmente due al secondo anno di Under 23, nel segno della continuità e della progettualità. Per proseguire, però, serve fare risultato anche contro la Reggio Audace: si gioca il 18 agosto 2019 ancora ad Alessandria, ma formalmente in casa degli emiliani. Il 3-3 firmato Lanini (tripletta) tinge così di bianconero il pass per i sedicesimi di finale.
Il calendario scorre e arriviamo al 6 novembre 2019. Cambia il clima, ma non lo stadio, sempre al Moccagatta, avversario l’Alessandria: finisce 1-0, decisivo il rigore di Han. In poco più di venti giorni, condensati tra gli impegni del campionato, per i bianconeri arrivano anche ottavi e quarti, superati brillantemente. I primi ancora in casa contro la Pro Vercelli, con il successo 2-0 firmato Clemenza e Frederiksen, i secondi a Piacenza, dove Rafia e Mota Carvalho rimontano lo svantaggio iniziale firmato Cattaneo.
L’ultimo ostacolo prima della finale si chiama FeralpiSalò: andata in trasferta il 29 gennaio 2020, ritorno, in casa, il 12 febbraio successivo. Al Lino Turina di Salò i bianconeri vengono sconfitti 2-0 al termine di una partita interpretata benissimo e ricca di occasioni e la strada per la finale diventa ripida e complicata da percorrere. Servirebbe una reazione da grandissima squadra, un’impresa, ed è esattamente ciò che accade al Moccagatta al ritorno. Marchi e Zanimacchia portano il match ai supplementari, poi ancora Zanimacchia trasforma il rigore del 3-0, con la fuga con annesso dribbling sul portiere di Rafia a chiudere la partita e spedire la Juve in finale. Luogo e tempo saranno diversi rispetto a quelli pensati in quel momento, ma oggi il giorno è arrivato: l’ultimo atto di un cammino comunque splendido.
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