TORINO – L’ex giocatore della Juventus, ora allenatore dell’Udinese Igor Tudor, ha parlato intervistato da Tuttosport.
[fnc_embed]<iframe frameborder=”0″ width=”700″ height=”450″ allowfullscreen=”true” src=”https://www.dailymotion.com/embed/video/x72a1wy?autoPlay=1&mute=1″ id=”tv”> </iframe>[/fnc_embed]
Uno Juventino vero fa colazione con caffè e Gazzetta! Risparmia il 50% sull’edizione digitale! Segui la Juventus ogni giorno con l’edizione digitale della Gazzetta dello Sport a 9,99 al mese anziché 19,99.
“Chi mi ha insegnato? Beh, ho avuto la fortuna di essere stato allenato da tre miti come Ancelotti, Lippi e Capello che mi hanno fatto crescere anche come persona. Un giovane allenatore deve essere bravo a “rubare” qualcosa dai maestri senza dimenticare di essere sé stesso, perché se uno pensa di copiare e basta poi, alla fine, non va da nessuna parte. Questo perché il calcio cambia molto velocemente”
ANCELOTTI – “Il rapporto che ha con i giocatori e il rispetto che riesce a ottenere da loro”.
LIPPI – “La correttezza, il modo di motivare la squadra e di preparare le partite”.
CAPELLO – “Il pragmatismo: lui ha idee chiare e sa “vedere” i giocatori migliori”.
JUVENTUS – “Perché vince? Semplice: perché sono i più bravi. Non solo nel calcio, ma pure in azienda bisogna fare una cosa semplice: scegliere uomini giusti al posto giusto. Sembra scontato, invece non lo è perché, o si scelgono persone sbagliate oppure non si rispettano le gerarchie, cosa che alla Juve non succede mai. La forza della società a Torino è decisiva: quando sei con loro senti che devi fare solo il tuo e sei circondato da professionisti bravi nel fare il loro lavoro. Le altre squadre invece sbagliano scelte, nell’organizzazione e hanno meno qualità nel scegliere gli uomini giusti per metterli nelle posizioni giuste”.
CHAMPIONS – “Manchester 2003 la delusione più grande? Sì perché mi sono fatto male dopo mezz’ora e poi abbiamo perso ai rigori. Una serata che non si ricorda volentieri però anche giocarla la finale di Champions è un traguardo e un ricordo che ti rimane per tutta la vita. Che succede alla Juve in Champions? Niente, assolutamente niente. Prenda Guardiola: è l’allenatore più forte al mondo, al City può disporre di un budget impressionante e la Coppa non la vince. La forza vera di una squadra si vede in campionato, in Coppa basta un errore, un episodio, un rigore per scrivere la storia. L’importante è esserci a un certo livello e rimanerci. E la Juve ora se la gioca con tutte le migliori squadre al mondo”.
MESSI O RONALDO – “Non c’è neanche paragone: Messi. Ronaldo è un fuoriclasse, Leo un extraterrestre: non ci sarà mai più nessuno come lui su un campo da calcio. A proposito: se il Pallone d’Oro, essendo un premio individuale, è dato al più forte, non capisco perché Messi non abbia vinto gli ultimi quindici”.