TORINO – L’ex centrocampista della Juventus Alessio Tacchinardi, ha rilasciato delle ampie dichiarazioni sul suo passato e su quanto abbia sempre desiderato di giocare per la Vecchia Signora.
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” Professionalmente sono nato all’oratorio, un ambiente sano dove il pallone è prima di tutto divertimento, non come oggi dove le tante “scuole calcio” trattano ragazzini di otto, nove anni come se fossero già professionisti, eliminando quella parte ludica che per me è stata fondamentale. Quando giocavo nell’Atalanta, per aiutarmi mi avevano spostato in una squadra di ragazzi più grandi di età, ma l’allenatore non mi faceva giocare e quando giocavo mi criticava sempre, tanto che avevo quasi perso le motivazioni. Grazie ai consigli di mio padre, ho tenuto duro e quell’anno mi è servito per diventare più forte. È stato come toccare il cielo con un dito, perché mio padre mi portava sempre a vedere la Juve giocare ed io sognavo di poterla indossare un giorno”. Tacchinardi, in studio con Federica Bertoni, non si è solo dimostrato un grande sportivo, ma un uomo capace di crescere umanamente e professionalmente grazie alle esperienza negative che ha vissuto, perché “Alessio Tacchinardi “Non ho avuto un’infanzia facile, la mia famiglia era piena di debiti e d’estate, quando tutti i miei amici andavano in vacanza, io andavo a lavorare per aiutare mio padre. Non ho vissuto negativamente questa esperienza, anche se avevo solo tredici anni, ero soddisfatto di poter essere si aiuto alla mia famiglia.” Intanto dalle parti della Continassa si studia la prossima mossa di mercato.>>> CONTINUA A LEGGERE