TORINO – Sono 26 le sfide di Coppa Italia tra Juventus e Milan. Una lunga storia, fatta anche di finali, nelle quali lo score è nettamente a favore dei bianconeri con 4 successi contro 1. Nella storia del match, si impone un undici ideale, schierato con un immaginario 3-4-1-2, a comporre una formazione della Juventus con uomini che si sono segnalati per almeno un episodio importante. In panchina, prima scelta del mister, ha un posto Alvaro Morata, che determinò l’esito della finale di Roma del 2016, subentrando al terzo minuto del secondo tempo supplementare e segnando dopo pochi secondi la rete che è valsa la Coppa Italia numero 11 della Signora.
STEFANO TACCONI
E’ lui ad alzare la Coppa a San Siro il 25 aprile 1990, quando la Juve di Dino Zoff supera il Milan di Arrigo Sacchi. I rossoneri sono più forti, vinceranno la Coppa dei Campioni, ma ha ragione il portiere a ricordare a fine gara non solo la legittimità del successo, ma come la squadra bianconera abbia cementato nello spogliatoio una forza di gruppo che ha fatto la differenza.
MEDHI BENATIA
Nell’ultima Coppa Italia della Juve Medhi ha una parte importante. All’Olimpico, nella finale contro il Milan, Benatia apre la contesa con la rete dell’1-0 e non si ferma, siglando anche il terzo dei 4 gol del trionfo. Non suoni esagerato definire il difensore marocchino un vero diavolo per il Diavolo, avendolo già colpito l’anno prima in campionato.
GAETANO SCIREA
Ci sono brevi momenti dove si può già capire molto della carriera di un giocatore, se ha la personalità del campione. E’ il caso del libero bianconero: al suo primo anno in bianconero, nel giro di tre giorni del giugno del 1975, colpisce in Coppa Italia l’Inter a San Siro e il Milan al Comunale. Ha ragione Beppe Furino prima di quegli exploit a dire che Gaetano “è sempre in grado di distribuire con misura il pallone e di appoggiare direttamente l’attacco”.
CARLO PAROLA
Il primo Milan-Juve di Coppa Italia è la finale del 1942, da giocarsi in due atti. All’andata a Milano è 1-1. Parola – noto a tanti per essere l’uomo della rovesciata immortalata sui pacchetti delle figurine – si produce una distorsione alla caviglia e resta in campo, mettendosi in attacco all’ala, come succedeva spesso visto che non erano previste le sostituzioni. Poi esce, il dolore è troppo, ma ha ancora la forza per rientrare. Se Twitter fosse stata un’invenzione dell’altro secolo, avrebbe meritato un bel #FinoallaFine.
GIANLUCA ZAMBROTTA
Gioca a centrocampo, sulla destra, nello Juventus-Milan che determina la finalista del 2002 con la gara a Torino, proprio come succederà adesso. La Signora ha vinto 2-1 a San Siro, ma è il futuro campione del mondo (nonché rossonero) a evitare problemi, rispondendo al Delle Alpi al gol di José Mari. La sua è una rete capolavoro, con un’incursione in diagonale conclusa con un sinistro che va ad infilare il pallone sotto la traversa.
ROBERTO GALIA
Si inserisce con perfetta scelta di tempo, tocca quel tanto che basta per superare Giovanni Galli e firmare la rete che vale la Coppa del 1990. Coerentemente col suo carattere, mai sopra le righe, attribuisce il merito al compagno che gli ha aperto la strada: “E’ stato facile segnare, ha fatto tutto Marocchi col passaggio smarcante”.
MIRALEM PJANIC
Non fa notizia una punizione in gol per uno specialista come lui. Ma se si cerca la bellezza, allora sì, la traiettoria disegnata nello Juventus-Milan di Coppa del 2017 è speciale perché possiede il fascino dell’inesorabilità. Si capisce subito da come parte il tiro che non sarà intercettabile.
DOUGLAS COSTA
Un suo tiro non trattenuto da Donnarumma indirizza di fatto la finale del 2018. Perché arriva appena 5 minuti dopo la rete dell’1-0 e traduce la netta superiorità che in quella fase di gioco la Juventus sta esprimendo con una continuità d’azione insostenibile per l’avversario.
MMIRKO VUCINIC
Vucinic rappresenta la tassa di soggiorno che per due anni consecutivi il Milan deve pagare ogni qualvolta arriva allo Stadium per disputare una gara di Coppa Italia. Nel 2012 permette alla Juve di raggiungere la finale con una bordata da fuori area straordinaria, festeggiata con un’esultanza a braccia aperte, alla Ibrahimovic (che in campo per i rossoneri non c’è più, è stato sostituito da Maxi Lopez). Il primo film è piaciuto, perciò Mirko gira il remake nell’edizione successiva, nuovamente risolutivo ai tempi supplementari.
PAOLO ROSSI
L’Italia non ha ancora smaltito la sbornia del Mundial 1982 che il calcio riprende. L’eroe di Spagna è indubitabilmente Paolo Rossi, ci si chiede un po’ tutti se l’onda lunga proseguirà. Prima che inizi il campionato, Pablito offre una risposta segnando due reti al Milan in Coppa Italia, esattamente tre giorni dopo averne fatte altrettante al Genoa.
RIZA LUSHTA
Il primo grande eroe degli Juventus-Milan di Coppa Italia è lui, l’attaccante nato in Kosovo e cresciuto in Albania. La sua media gol è di tutto rispetto con 56 reti in 95 apparizioni in bianconero tra il 1940 e il 1944. L’exploit più importante in carriera lo fa proprio nella finale di ritorno del 1942, quando con una tripletta risulta determinante per il successo per 4-1 della Juve, che così conquista la sua seconda Coppa Italia.