TORINO- Felipe Scolari, ex ct del Portogallo, ha parlato ai microfoni della Gazzetta dello Sport di Cristiano Ronaldo, che esordì in Nazionale proprio sotto la sua gestione.
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“Cristiano sarà triste, questo infortunio causerà un po’ di difficoltà alla Juve, ma un muscolo non lo fermerà di certo. Lui ha insegnato a me e a tutto al mondo l’importanza della dedizione: niente cade del cielo, se si vuole ciò che si desidera bisogna combattere. Esordio in Nazionale? Ricordo tutto. Era il momento giusto per iniziare a inserire un giocatore “speciale” in un gruppo di compagni molto più grandi ed esperti: per il giovane Cristiano non era facile, anche perché giocavamo in maniera differente rispetto al suo Sporting. Eppure si inserì subito, trovò il suo posto. Aveva potenziale, determinazione, qualità che iniziavano a comparire, ma era impossibile pensare che sarebbe arrivato così in alto. Se ce l’ha fatta, è perché lo ha meritato. Gli ho dato consigli, da allenatore ma anche da persona più matura. Quasi un padre che insegna qualcosa della vita al figlio. Gli parlavo di determinazione, focalizzazione sull’obiettivo, lavoro, ma erano tutte qualità che già possedeva dentro e su cui ha costruito la sua fortuna. Ai tempi, ogni volta in cui in allenamento non gli andava dritta qualcosa, fosse una semplice giocata o un passaggio, non usciva dal campo perché voleva continuare all’infinito: si intestardiva e bisognava tirarlo via di peso. Col tempo è cresciuto in questo aspetto, la consapevolezza: ha capito, ad esempio, quanto sia importante il lavoro fuori dal campo. Da un certo momento in poi si è dedicato al fisico in una maniera mai vista in nessun altro. È il colpo più grande che poteva fare la Juve… Cristiano è sempre mosso dalla sfida: ogni anno ne cerca una nuova. Ogni anno deve raggiungere qualcosa di più grande. È sempre stato così. A Torino è arrivato con enorme esperienza, a 34 anni, ma conservando la sua qualità: lui dà al club di turno o alla nazionale tutto ciò che le serve per vincere, gol e leadership, tecnica e disciplina. Contro l’Atletico è stato uno spettacolo vedere quanta gioia abbia dato ai suoi compagni e anche a se stesso. Questa tripletta ha fatto la storia della Juve, ma conta molto anche per lui. È una rivincita: in tanti lo avevano contestato dopo la sconfitta di Madrid, gli rinfacciavano la sua uscita dal calcio spagnolo, ma alla fine ha avuto ragione… Adesso la Juve è una serissima candidata alla vittoria: non sarà l’unica superfavorita, ma può farcela. Deve ancora indossare la maglia del Portogallo, visto che è al top. Non è il momento di smettere. Ma, attenzione: quando si è campioni, come il Portogallo nel 2016, ripetersi è difficilissimo, quasi impossibile. Soprattutto se si fa un grande rinnovamento come sta facendo Fernando Santos. Quindi è dura chiedere a Cristiano un’altra Coppa…”.
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