TORINO – L’ex allenatore Arrigo Sacchi ha parlato intervistato dai microfoni de La Stampa sul campionato italiano in corso.
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“La differenza tra strateghi e tattici? Il tattico è molto bravo a sfruttare le opportunità che l’avversario concede, tende perciò a un calcio più difensivo; lo stratega le opportunità le crea, ha idee chiare su come inseguire l’obiettivo. Sarri è? Stratega, naturalmente. Una certezza per la Juventus che ha fatto investimenti importanti negli anni, allestendo una squadra di grande spessore. Per i bianconeri la Champions è ambizione, sogno, forse ossessione? Rientrano sicuramente tra i favoriti, e la strategia del tecnico potrà rivelarsi un valore aggiunto. A un patto, però… Serve pazienza, Roma non è stata costruita in due giorni: l’assimilazione di nuove idee richiede tempo e non è detto che tutti i calciatori siano adatti. Se ci saranno pazienza e perseveranza, i risultati arriveranno di sicuro. Conte è stratega? Sì, è tra i migliori al mondo, però deve avere un po’ più coraggio: non può tenere uno o due giocatori in più in difesa rispetto agli avversari. L’Inter ha cambiato molto? Eppure serve più pazienza alla Juve: lì è stata data una spallata al passato, ci sono calciatori che hanno vinto molto giocando un calcio tattico. L’anno scorso, la Champions è stata vinta dal Liverpool? Non è stato un caso, anche quest’anno il calcio inglese sarà protagonista. Un calcio, sia chiaro, estraneo alla sua storia, cambiato profondamente dagli allenatori stranieri. Klopp, bravissimo, è tra i favoriti anche in questa edizione. Guardiola ritenterà? Ha alzato la coppa con il Barcellona e ci è andato vicino con il City, chi ama il calcio non può non amare il suo gioco: è gioia, dominio, superiorità, musicalità, sinfonia. Pep è il simbolo degli strateghi, direttore d’orchestra per musica d’autore. Quali campioni sono destinati a lasciare un segno in questa Champions? Niente nomi, saranno i collettivi a incidere. E i campioni veri sono quelli al servizio della squadra”.