TORINO – L’ex alleantore Arrigo Sacchi ha parlato intervistato dai microfoni di Sportmediaset, ai quali ha parlato anche della Juventus.
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“La Juventus in tutti questi anni è stata ed è la leader indiscussa del calcio italiano. Nella sua storia si è affidata spesso a dei buoni tattici, più raramente a degli strateghi. Questa filosofia le ha consentito comunque di vincere molto. Almeno in Italia, Paese in cui il calcio è prettamente difensivo. Ma a livello internazionale non è andata nello stesso modo. E noi sappiano benissimo quando sia importante per la Juventus primeggiare a livello internazionale, sia per motivi di prestigio sia per ragioni più banalmente economiche”.
Si può parlare di una piccola rivoluzione in casa Juve dunque?
“Non piccola. Una vera e propria rivoluzione, voluta da un presidente che sta dimostrando coraggio e personalità. Con questa scelta, la Juve ha dato una vera e propria spallata al vecchio modo di intendere il calcio. Speriamo che questa spallata si porti dietro tutto il calcio italiano. Sarebbe bello che finalmente passasse questo concetto: la vittoria senza merito non vale niente”.
Questo significa che con Sarri la Juventus potrà davvero giocarsela con più possibilità anche in Champions League?
“Non dipende solo da lui, ma anche dalla competenza e dalla pazienza del club”.
Lei ha lanciato un interrogativo tattico molto interessante: ma davvero a questa Juve serve uno come Icardi?
“Il ragionamento è molto semplice. Icardi è uno specialista del suo ruolo, ma in un concetto di calcio totale fatica. E poi andrebbe a occupare una zona di campo che generalmente viene lasciata libera per gli inserimenti di Cristiano Ronaldo”.
Non pensa invece che Icardi nelle mani di Sarri potrebbe imparare qualcosa e decollare definitivamente?
“Sarri è un allenatore dotato di grandissime capacità didattiche, però in tutta sincerità mi chiedo perché dovrebbe complicarsi la vita”.
Come si immagina la Juve di Sarri? Con il 4-3-3 come il Napoli o con il 4-3-2-1 come l’Empoli?
“Il sistema di gioco più efficace è quello che esalta la qualità dei giocatori e li mette nelle condizioni di rendere al meglio. In pratica, quello che viene memorizzato più facilmente dal gruppo che si ha a diposizione. Sarri lo sa bene”.
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