Sul Corriere di Torino si parla della Juventus vista ad Amsterdam contro l’Ajax
[fnc_embed]<iframe frameborder=”0″ width=”700″ height=”450″ allowfullscreen=”true” src=”https://www.dailymotion.com/embed/video/x72a1wy?autoPlay=1&mute=1″ id=”tv”> </iframe>[/fnc_embed]
Ma gran parte è dedicata alla figura di Daniele Rugani che ha smentito quei tifosi che non credevano in lui: “Bravo a chiudere, mica è poco. E allora è alla Cruijff Arena che si può aprire la nuova carriera di Daniele Rugani, il «Rugani chi?», quello che alla vigilia riempiva di dubbi di (molti) tifosi in viaggio verso Amsterdam. Toccava a lui, ventiquattrenne fresco di rinnovo fino al 2023, prendere il posto nella difesa della Juve, dentro subito nella prima partita dei quarti, sfida così insidiosa da essere scivolosa. E così è stata, ma non per Rugani. Lui non sbaglia un colpo, tirate le somme è tra i migliori bianconeri in campo. Il migliore in difesa. Poche parole alla vigilia, testa alta subito, in campo, con un primo tempo a chiudere sulle incursioni del marocchino Ziyech, quello delle «raccomandazioni» dell’ex bianconero Benatia, uno partito da Torino (anche) per lasciare il posto a Rugani. E «Rugani chi?» gli ha fatto vedere come si risponde in campo, puntuale, bravo anche nel gioco aereo, deciso e per nulla intimorito nell’arena di Amsterdam. Per lui un primo tempo perfetto, anche nel far ripartire l’azione, con l’89 per cento dei passaggi. Bravo Rugani, meno (decisamente) Cancelo, che sulla linea dei difensori dimostra che ha ancora parecchio da imparare. È del portoghese, del connazionale di CR7, l’errore a metà campo, la palla persa che lancia Neres verso il diagonale dell’1-1 che sembra vanificare la prodezza di Cristiano Ronaldo. Lui no, non è tra i migliori. E come Rugani, tra i protagonisti c’è Bentancur: «Mi sento bene e credo di fare le cose per bene, ma manca ancora tanto agli obiettivi. Abbiamo fatto una buona partita, ma anche loro sono bravi. Ora mancano 90’, andiamo a vincere all’Allianz».
