TORINO – L’allenatore delle giovanili dello Sporting, Leonel Pontes, che ha scoperto Ronaldo ha parlato ai microfoni di TMW svelando interessanti retroscena: “Mi inorgoglisce vederlo così come calciatore e come uomo. È riuscito a diventare il più importante calciatore al mondo con una grande influenza sui ragazzi, dimostrando che nella vita non basta il talento se non lo coltivi lavorando duramente. Ed è ciò che lui ha fatto e quello che ha ottenuto è figlio dei suoi sacrifici, di un ragazzino che a 11 anni ha lasciato la famiglia per inseguire il suo sogno. Come è arrivato allo Sporting? Aveva 11 anni e mi erano arrivate già delle informazioni dall’Isola di Madeira. Mi parlavano di un ragazzino molto, molto forte. Colsi l’occasione di un torneo che si disputava proprio lì e andai a giocare con lo Sporting con l’obiettivo di vederlo dal vivo. Purtroppo in quel torneo non giocò. Decisi di andare da lui e provarlo con la nostra squadra, per vedere come se la cavava. Dimostrò una notevole confidenza con il pallone, qualità individuali uniche. Era davvero uno da non lasciarsi scappare. E del resto parlando con gli allenatori delle giovanili a Madeira mi dicevano di non aver mai visto uno così. Informai lo Sporting di prenderlo immediatamente. I 35 anni? Non penso che si fermerà. E poi in Italia è possibile giocare fino a 40 anni…”.
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