TORINO – L’ex portiere della Juventus Angelo Peruzzi ha parlato intervistato dai microfoni de Il Corriere dello Sport.
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PASSATO – “Alla Juve ho imparato cos’è il professionismo. E come ci si prepara per vincere. Alla Juve, abituata ad arrivare sempre prima, anche un secondo posto viene vissuto come un fallimento. Se arrivi secondo, la società si fa sentire e tutto questo ti aiuta a dare sempre il massimo, a essere sempre pronto, sempre preparato. E poi c’è il peso, la responsabilità, di indossare una maglia molto pesante”.
SOLDATINO – “Cassano? Io non sono stato un soldatino. Quando ho avuto da ridire, l’ho sempre fatto. Se ero convinto di una cosa, sono stato pronto anche ad andare allo scontro. Qualche volta ho vinto, qualche volta ho perso. Quando? Un giorno vengono quelli della Panini per fare le foto delle figurine. Non ero stato avvertito e, appellandomi a una questione di principio, mi sono rifiutato. Ci avrei messo un secondo – cosa vuoi che sia una foto -, ma non mi sembrava giusto. Sai com’è finita? Mi hanno dato una bella multa e mi hanno detto: ecco, adesso ti avvertiamo. Devi tornare nel pomeriggio per fare la foto. Risultato: ho perso non un secondo, ma un pomeriggio. Sono tornato, ho fatto la foto dopo aver preso pure la multa. Non è stato un gran risultato”.
RICORDI – “Boniperti che mi aspetta sulla porta. E mi dice: ‘Ragazzo, due cose. Tagliati i capelli e sposati’. I capelli erano già corti e ho dovuto dare solo una spuntatina, poco dopo mi sono sposato. Comunque alla Juve avverti, come dicevo, anche indirettamente il senso di responsabilità. Infilarsi la maglia di Zoff, di Tacconi, di Sentimenti IV, basta per capire cosa stai facendo.
CHAMPIONS – “Il primo flash? Solo la grande concentrazione, io non riesco a esternare la mia gioia. Si ride e si piange alla stessa maniera, ma fatico a tirarlo fuori. Mia moglie dice che sono un po’ orso”.
JUVE – “Impossibile fare confronti: questa sta vincendo l’ottavo scudetto consecutivo, ma non ha ancora vinto la Champions. Anzi, auguro di cuore alla Juve di farcela quest’anno. Può essere la volta buona”.
CONTE E ZIDANE – “Con Conte e Deschamps si vedeva che avrebbero preso quella cosa. Piuttosto, sai una cosa? Ho giocato anche con Zidane, e non avrei mai pensato che Zizou sarebbe diventato l’allenatore che è. Ho giocato con Zidane, con Baccio, con tutti numeri 10 fantastici ed estrosi. Ma non te l’immagini allenatori. Gattuso? Da giocatore era un fumantino, ora è calmo, rilassato, riflessivo, bravissimo nella gestione”.